Titolo: The Guided Fate Paradox
Genere: RPG
Console: PlayStation 3
Sviluppatore: Nippon Ichi
Publisher: NIS America
Data di uscita: 24 ottobre 2013
Siamo di fronte a un periodo di frequenti uscite per gli appassionati del genere tactical RPG, specialmente per coloro che amano in particolare le produzioni caratterizzate da una trama strampalata, condita da uno humor eccentricamente giapponese, un gameplay complicato ma appagante e un comparto tecnico sicuramente non d'alto livello... in poche parole, per gli appassionati delle produzioni targate Nippon Ichi.
Infatti, a stretto giro dall'uscita sugli scaffali dell'ennesimo Disgaea (in particolare Disgaea D2: A Brighter Darkness, da poco recensito sul nostro sito), siamo qui ad accogliere anche questo The Guided Fate Paradox, la cui uscita nel Paese del Sol Levante è avvenuta circa un anno fa, fatto che probabilmente spiega la duplice uscita ravvicinata.
Questo The Guided Fate Paradox, tuttavia, non deve essere associato alla sopramenzionata serie Disgaea (dalla quale tuttavia ha molto in comune), quanto invece a un altro titolo, Zettai Hero Project: Unlosing Ranger vs Darkdeath Evilman (che dovremmo abbreviare in ZHPURDE, forse il più lungo acronimo al mondo) apparso nel 2010 su PSP, dal quale eredita molto. Ma andiamo con ordine.
Renya Kagurazaka è il protagonista di questo The Guided Fate Paradox, che scopre di non essere il solito impiegato statale relegato a una mediocre vita nel momento in cui vince alla lotteria di un centro commerciale. Il primo premio in palio, un po' come accaduto a Jim Carey in uno dei suoi più famosi film, è il trono di Dio. Immediatamente dopo, l'avvenente ragazza che lo ha convinto ad acquistare il biglietto, Liliel, svela la sua vera identità, rivelando di essere in realtà un angelo e portando il nostro amico a Celestia, luogo da dove si occuperà di esaudire i più strambi desideri delle popolazioni della terra. Per farlo dovrà affrontare dei dungeon intrisi di pericoli, in un GDR strategico con visuale isometrica, ove dovrete annientare ogni negatività che vi impedisca nella realizzazione del vostro compito.
Questa la trama del gioco, che si colloca tra l'assurdo e l'inverosimile, con un pizzico di umorismo giapponese che ha il pregio di strappare di tanto in tanto un sorriso, ma che tuttavia sembra spesso forzato e ripetitivo nella riproposizione delle solite tematiche.
Come da copione il bello della produzione Nippon Ichi è il gameplay, che si mostra originale, profondo e complesso, regalando dozzine di ore di divertimento ai giocatori più scafati, anche se il rischio di spaventare i neofiti è concreto, a causa di meccaniche di gioco talvolta troppo complicate.
Nei panni di Renya dovrete muovervi attraverso mappe composte principalmente da randomiche stanze collegate da corridoi, suddivise in molteplici caselle, da esplorare alla ricerca di oggetti utili per gli scontri coi nemici.
Tuttavia non potrete girovagare all'infinito, in quanto oltre alla barra della vita dovrete tenere sotto controllo anche quella relativa alla stamina, che si riduce ad ogni movimento e, una volta annullatasi, andrà ad erodere l'indicatore della vita.
Tale barra può essere ripristinata facendo rifocillare il vostro personaggio, ma la difficoltà sta nella scarsità del cibo a disposizione, vuoi per un limitato inventario, vuoi per l'impossibilità di trovare fonti di sostentamento in ogni dove.
Non sarete soli durante le vostre avventure: al vostro fianco avrete dei partner controllati dall'AI, ai quali potrete dare indicazioni sul comportamento da seguire a mezzo dell'apposito menu.
E ad aiutarvi nell'impresa ci pensa un complesso sistema di evoluzione del personaggio basato su oggetti e su armi. Giusto per fare un paio di esempi, una coppia di spade vi darà abilità offensive e attacchi combinati, l'elmo da soldato esalterà la vostra mira, mentre lo scudo eleva all'ennesima potenza le vostre capacità difensive. E ad evolvere sarà anche il look del vostro avatar, con effetti talvolta sorprendenti ed esilaranti.
La particolarità di questo The Guided Fate Paradox si rivela nel momento in cui verrete sconfitti sul campo, istante che non equivale al classico game over, bensì viene annullato il livello assunto dal giocatore, senza tuttavia cancellare in toto l'esperienza accumulata. Questo approccio rende il gioco abbordabile nonostante l'elevato livello di sfida.
Il gioco, tuttavia, non brilla certo per il comparto grafico: i personaggi sono rappresentazioni bidimensionali che vagano per mappe davvero poco curate, forte di animazioni tutt'altro che sorprendenti. The Guided Fate Paradox migliora un tantino nel comparto sonoro, caratterizzato da un discreto doppiaggio in inglese e da musichette orecchiabili.
In conclusione, questo The Guided Fate Paradox si rivela essere un discreto gioco di ruolo strategico, caratterizzato da una trama assurda e carica di umorismo, ma tuttavia macchiata da una lentezza lancinante, tale da renderla noiosa.
Un gameplay solido e complesso (forse un po' troppo) e un comparto tecnico scadente caratterizzano un gioco dedicato agli amanti delle produzioni Nipon Ichi, forse meno indicato ai neofiti a causa della sua complessità.
La recensione di The Guided Fate Paradox è stata scritta e curata da monsteruno per GameStorm.it, pubblicata il 26-10-2013
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