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Recensione di The Bureau: XCOM Declassified

Titolo: The Bureau XCOM Declassified
Genere: Sparatutto tattico
Piattaforma: PlayStation 3
Designer: Zak McClendon
Sviluppatore: 2K Marin, 2K Australia, 2K China
Publisher: 2K Games
Data di uscita: 23 agosto 2013

Mi sono sempre chiesto come sarebbe stato vivere i primi avvistamenti ufo e le prime volte che si è parlato di extraterrestri. Io sono cresciuto con gli alieni che già riempivano la TV, i fumetti e i videogiochi, quindi mi è sempre sembrata una cosa normale, già presente. Ma come dev'essere stato parlare di fantascienza nei primi anni 60, quando la gente andava in giro con la Cadillac e tutti gli uomini erano vestiti alla Dick Tracy e avevano la testa imbrillantinata?

The Bureau Xcom Declassified (TBXD per gli amici) prova a farti vivere proprio questo: l'incontro del popolo extraterrestre che vuole conquistare la terran, con la tecnologia un po arretrata dei primi anni 60. Il tutto è mostrato dal punto di vista del classico agente del governo americano che cerca di salvare l'umanità.

TBXD è uno sparatutto in prima persona con diversi elementi di carattere tattico e di RPG. Lo scopo del gioco è quello di completare diverse missioni atte a non farci completamente invadere dagli alieni. Ma andiamo con ordine.

Siamo nel 1962, in piena guerra fredda: la minaccia più grande per l'America è la Russia e non si sa ancora cosa sia lo sbarco sulla luna. Per paura di un'invasione dei comunisti col colbacco, il governo degli Stati Uniti instaura un Bureau di Operazioni e Comando, chiamato XCOM, formato da specialisti militari, scienziati, e altri civili segretamente reclutati. Da qualche mese però, quest'organizzazione segreta ha dovuto cambiare l'obiettivo del suo lavoro: non si tratta più di sventare un'invasione sovietica, ma una extraterrestre: "target diverso, ma stesso lavoro" usando le parole del capo dell'XCOM Myron Faulke. In effetti è stato rinvenuto un elemento super potente chiamato Elerium, e in corrispondenza di questa scoperta gli omini grigi hanno cominciato a farsi vedere e a sterminare qualche ridente cittadina. Lì si sono insediati e hanno cominciato a costruire delle basi tutte lucette bluastre e schermi futuristici.

Il gioco comincia con il nostro protagonista, William Carter, con la missione di portare una valigetta misteriosa al direttore Faulke. La missione purtroppo fallisce perchè la valigetta esplode, ma lui dimostra notevoli doti tattiche e di leadership riuscendo a salvare la pelle e due compagni dall'attacco alieno alla base militare in cui si trova. La zona viene completamente rasa al suolo e loro tre sono gli unici sopravvissuti. Questo lo renderà agli occhi del direttore Faulke uno dei comandanti ideali dell'XCOM per salvare la terra.

Dalla base operativa del Bureau parte il vero e proprio gioco. Qui vengono scelte le missioni da svolgere, viene stabilito e gestito il team, e vengono elaborate tutte le informazioni raccolte durante le missioni. Ogni missione è diversa dalle altre ma al tempo stesso assolutamente identica: si tratta sempre di location diverse (dalla California a New York) e obiettivi differenti (libera Tizio, uccidi Caio, trova l'oggetto Sempronio), però l'ambiente è sempre un insediamento alieno (anche se lo sfondo varia un po'), e per completare ogni missione bisogna sopravvivere alle ondate degli extraterrestri e arrivare in fondo al percorso (dove ci sarà Tizio, Caio o Sempronio a seconda dell'obiettivo). Finita ogni missione ci si ritrova istantaneamente alla base per scegliere un'altra missione e così via.

All'inizio questo meccanismo risulta estremamente noioso e ci si aspetta che il gioco vada avanti sempre così finché gli insediamenti alieni diminuiscono e la terra viene salvata. Stavo quindi per catalogare TBXD come un gioco da non consigliare, ma superate le prime ore di gioco, avviene una scoperta che migliora drasticamente sia trama che giocabilità. Sarà infatti possibile accedere al mondo alieno, capirne l'organizzazione e interagire direttamente con loro; la trama perderà il grigiore delle sterili missioni e migliorerà perfino l'interesse verso la psicologia dei protagonisti, aumentando notevolmente la partecipazione del giocatore, che per parecchie ore di gioco risulta molto bassa. Insomma tenendo duro per un po', alla fine le soddisfazioni arrivano.

Dal punto di vista tecnico, The Bureau Xcom Declassified è fatto davvero bene: la grafica è ben curata e le textures sono molto realistiche: i vari personaggi sono estremamente credibili e i vestiti si piegano come fossero veri; purtroppo c'è pochissima interazione con l'ambiente (niente casse da rompere o muri da sfondare ecc), ma la grafica generale sopperisce bene a questa carenza. Ma quello che hanno reso al meglio in questo gioco è l'ambientazione:  all'inizio sembra davvero di respirare i climi fumosi e stinti degli anni sessanta; se non fosse che degli alieni con delle pistole laser ti sparano addosso, si vive l'atmosfera dei film di guerra in bianco e nero, tutti sono in camicia e giacca, le teste sono unte di brillantina e le armi sono credibili per l'epoca. Tutto questo cambia parecchio quando si cominciano a raccogliere le pistole aliene: dalla bella divisa da agente FBI il nostro protagonista diventa un incrocio tra James Bond e i Ghostbusters, con un look 007 senza giacca e uno zainetto tutto tubi e led che finisce in un braccialettone futuristico e un pistolone che spara energia. Ecco, se volevo capire com'era la fusione tra fantascienza e ambientazione noire, la copertina del gioco rende molto bene l'idea; e questo cross-over risulta molto interessante.

Quello su cui Zak McClendon non è che proprio abbia fatto uno splendido lavoro, è la caratterizzazione dei personaggi. Il nostro William Carter è il classico cliché dell'eroe tormentato da una tragedia che si dispera bevendo, e tutti i suoi compagni di scontri sono semplici comparse, pedine di una scacchiera di cui non si sa praticamente niente e che si scelgono semplicemente per l'equipaggiamento o i talenti. Tutto ciò fa sì che il giocatore non si appassioni minimamente ad alcuno dei protagonisti, e quando un compagno sta a terra a morire dissanguato chiedendo “Comandante! Sto perdendo molto sangue” quasi quasi si pensa “Ma chi se ne frega, tanto sei solo utile a distruggere torrette”. I designer hanno provato anche a inserire nel gioco dei testi descrittivi di storia e background dei vari personaggi, dei file audio che aiutino ad entrare nell'ambientazione, ma quello che hanno ottenuto è solo rallentare un po la vicenda e dopo un po il giocatore si rompe le scatole di leggere o ascoltare. Peccato.

Il gameplay è l'aspetto più interessante di  TBXD, sia per i suoi aspetti positivi che per quelli negativi. Si tratta di uno sparatutto tattico, per cui la maggior parte del gioco lo si passa ben nascosti dietro i ripari a sparare agli alieni in compagnia di due compagni, ai quali bisogna dare ordini continuamente perché sono troppo stupidi per arrangiarsi. Si possono portare solamente due armi alla volta, come la maggior parte degli sparatutto moderni, per cui spesso bisogna andare in giro nel campo di battaglia a cercare di sostituire l'arma scarica, o prenderne una più adatta alla situazione.

Per condire ulteriormente il gameplay del gioco, la 2K ha inserito qualche aspetto RPG: ad ogni scontro terminato con successo i personaggi aumentano di livello e si possono acquistare talenti o migliorare caratteristiche; inoltre si può variare il party cambiando collaboratori a seconda delle esigenze, e si possono sbloccare nuovi personaggi.

Ma la cosa più interessante del gameplay è come impartire ordini ai due aiutanti: è possibile assegnare comandi come spostamenti, bersagli preferiti, usare talenti o mettere in sequenza diversi compiti. I menu per assegnare queste azioni sono molto veloci e facili da usare, ma la cosa che ho apprezzato di più è che non si ferma il tempo mentre si impartiscono comandi: la scena si rallenta notevolmente ma continua, costringendo il giocatore a muoversi a prendere le decisioni perché comunque si viene mitragliati mentre si giocherella coi menu.

Il problema di questi scontri tanto tattici è che l'emozione della sparatoria e la rapidità di movimento ne è parecchio compromessa: ogni attacco è un continuo fermarsi e ripartire, senza fluidità di movimento. Inoltre anche spostarsi tra un riparo e un altro non è agevole e spontaneo, ma risulta meccanico e poco naturale. Si tratta quindi di un'ottimo compromesso tra gli scontri dei giochi tattici, in cui si pensa solo a decidere le mosse come in una scacchiera, e i combattimenti degli sparatutto, in cui l'azione è frenetica e l'unica pausa si ottiene col tasto select. 

Ma la nota più dolente degli scontri di TBXD è che sono tutti assolutamente uguali: cambia un po l'ambientazione, ma bisogna sempre fare la stessa cosa, arrivare alla fine del percorso (molto lineare) sopravvivendo ai raggi laser e alle granate aliene.

 

In conclusione  The Bureau Xcom Declassified è un gioco molto bello per chi è appassionato di tattica e di guerra fredda, però è stato trascurato non poco l'aspetto emotivo del gioco. E' realizzato tecnicamente molto bene, ma c'è poca interattività con l'ambiente. E' un buon compromesso tra sparatutto e gioco tattico, ma forse gli appassionati di entrambi i generi resterebbero delusi da questa fusione. Il meccanismo per impartire gli ordini è intelligente e ben congegnato, ma i combattimenti risultano noiosi perché troppo uguali tra loro. La trama alla fine risulta abbastanza intrigante, ma occorrono molte ore di piattume per arrivarci. Insomma per ogni caratteristica positiva, il gioco ne ha una negativa che la compensa, non riuscendo quindi a spiccare per alcuna caratteristica; il che è un vero peccato perché gli appassionati di XCOM sono anni che aspettano questo gioco, dati i ritardi e i rinvii di uscita della 2K. Quindi anche se certamente non si può dire che sia un brutto gioco, forse l'aspettativa era troppo alta.

Pregi:

  • Interessante fusione tra fantascienza e ambientazione noir
  • Buona grafica
  • Meccanismo per impartire ordini rapido ed efficace
  • Trama intrigante e appassionante alla fine

Difetti:

  • Missioni spesso noiose e ripetitive
  • Scarsissima caratterizzazione dei personaggi
  • Trama prevedibile e noiosa fino a metà gioco
  • Scarsissima interazione con l'ambiente

VALUTAZIONE COMPLESSIVA: 6.5

La recensione di The Bureau: XCOM Declassified è stata scritta e curata da Craving per GameStorm.it, pubblicata il 17-09-2013

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The Bureau: XCOM Declassified

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