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Recensione di Halo 3: ODST


Titolo:
HALO 3: ODST
Genere: Sparatutto
Console: Xbox360
Sviluppatore:
Bungie
Publisher: Microsoft
Data di pubblicazione: 22/09/09

All’improvviso uno…conosciuto. Nessun tam tam mediatico, poca pubblicità, informazioni assenti, tuttavia, quasi inaspettatamente HALO c’è. Una mossa in grande stile dei ragazzi della Bungie, che colgono tutti in contropiede spiazzando anche il più smaliziato internauta alla costante ricerca di news video ludiche. Smaltita la sorpresa iniziale, proviamo a togliere il velo scoprendo quello che troveremo in questo capitolo, il quarto, che cronologicamente però dovrebbe essere un due e mezzo (lo scorcio temporale ove battaglieremo sarà lo spazio tempo compreso tra il secondo episodio e il terzo); l’amato Master Chief è alle prese con Grave Mind per cui, chi sarà il nostro alter ego?

C’era una volta, nel futuro…

…un possibile eroe, un pivellino, un ragazzo alle prime armi (è proprio il caso di dirlo): the Rookie, noi. Il carismatico Master Chief, non è al momento reperibile per cui urgono nuovi paladini per contrastare lo strapotere dei Covenant. Salto a ritroso di qualche anno, tra l’episodio due ed il tre, la chiamata alle armi giunge a seguito di nuove incursioni aliene, arroccati ora nella città di New Mombasa. Facciamo parte del famoso corpo dei marine spaziali, divisone ODST (da cui, appunto, prende il titolo questo capitolo).

Ancora storditi dall’incidente che ha colpito il nostro gruppo sopra la città infestata dai nemici, ci mettiamo subito alla ricerca dei nostri compagni, gli altri Orbital Drop Shock Troopers (o TALO, Truppe d’Assalto a Lancio Orbitale), sopravvissuti allo schianto. È buio e siamo soli al momento. Oscure ed incombenti rovine ci mostrano quanto sarà ostile l’accoglienza avversaria; come unico aiuto potremo usufruire di una pistolina (senza malizia) di un mitragliatore, ma, soprattutto, dell’intelligenza artificiale nota come il VISR. Questo gingillo fornirà informazioni vitali alla nostra campagna militare, quali punti strategici o zone “degne di nota” (non possiamo svelare tutto), monitorando al contempo la situazione. Seguendo il sottile filo che lega la trama alla ricerca dei superstiti, scopriremo che questa non sarà la sola operazione da portare a termine (ma va?!?) bensì solo l’inizio. Qualcuno dovrà pur porsi la domanda: “Cosa %$$£^” ci fanno qui i Covenant?” orbene, sarà questo uno dei nodi che sbroglieremo strada facendo, coadiuvati anche dai flashback che i nostri commilitoni vivranno. Infatti, col dipanarsi della trama, vestiremo anche i loro panni…o li indosserà qualche nostro amico nella modalità cooperativa; ma ne parleremo più avanti. Rimanendo in tema abbigliamento, noteremo che le differenze tra la Recluta ed il veterano Spartan Master Chief sono veramente poche; con quest’ultimo spesso richiamato alla memoria per i modi di fare taciturni e sbrigativi della “burbetta”, protagonista del titolo. L’unico vero e proprio elemento che li contraddistingue è legato al modo di subire i colpi alieni e ripristinare la propria energia. Il vecchio Spartan si riprendeva restando fermo per un pò, la nostra novella matricola invece rigenererà solo la propria resistenza, o scudo. Per riassorbire completamente le ferite bisognerà impegnarsi un pò di più, cercando i vitali kit medici per ripristinare tutta l’energia vitale: non medikit, no vita.

E cosi, pellegrinando per una città semi deserta, intervallati dalla necessità di impersonare tutti i reduci dello schianto scopriremo l’intera epicità della storia, districandoci da situazioni concitate e impegnative raccordate tra loro mediante missioni esplorative, alla ricerca dei punti chiave segnalati dal VISR, ma tranquilli, non saremo soli…nel bene e nel male. Incontreremo diversi personaggi che ci potranno aiutare e che hanno il loro peso nella storia aggiungendo sempre quel “quid” in più tale da ampliare ogni volta la trama.

Morte ai Covenant

Dallo schianto in città a seminare panico e distruzione la via è breve, anche se l’ormai fatiscente metropoli è smisurata. Partendo, piano piano, cominceremo a mettere insieme i cocci della nostra esistenza e del motivo della presenza aliena a New Mombasa; proseguendo nell’incedere i ricordi faranno capolino nella nostra materia grigia aggiornando ogni volta la chiave di lettura dell’epopea che siamo costretti a vivere. Tranquilli, niente mani nei capelli: ODST non è un episodio sperimentale in cui “il montaggio analogico e l’occhio della madre” la fanno da padrone (scusateci la breve digressione di fantozziana memoria), tra le mani abbiamo il caro e vecchio Halo leggermente rivisto in ambito scudi ed energia vitale; la giocabilità è sempre la stessa quindi, solo con un altro tipo di approccio al gameplay. Ricordiamoci che non siamo più Master Chief, ma un principiante che deve farsi le ossa, più che benvenuta la rivisitazione del concetto di energia vitale; dovremo sudare parecchio per restare vivi anche perché avremo il supporto di un solo armamento alla volta (scordiamoci l’utilizzo di due armi in contemporanea, una per mano) ma, almeno potremo staccare gli arsenali di posizione e portarceli appresso per la città, rallentandoci sicuramente l’avanzata ma d’altro canto aumentando notevolmente le bocche di fuoco a disposizione sicuramente utili in alcune sessioni e forse meno in altre, quando un pò di calma e sangue freddo potrebbe salvarci il cul…ehm…la pelle. Proprio così, perché a seconda della zona della città in cui ci si trova alcune armi sono preferibili ad altre, sparacchiare in eterno non funziona sempre, cosi dicasi per il cecchinaggio a go go. C’è il giusto mix di compromessi bellici e di tecnologia in ODST; il plurimenzionato VISR, affiancato al visore notturno durante le soventi fasi al buio, corrisponderà ad una più longeva vita, evitandoci una prematura e triste fine. Infine, l’utilizzo di mezzi terrestri (non disperate, l’amato Warthog non ci abbandonerà) ed aerei conferirà maggior ampiezza e varietà di gioco al titolo ed ai nostri doloranti polpastrelli. Menzionando la profondità non possiamo non stimare il tempo per goderci il nostro Rookie, longevità che naturalmente può variare a seconda del livello di difficoltà; quantificando diciamo che potremo impiegare dalle 6 alle 12 ore per terminare il tutto, in modalità singola. Il tempo di gioco cresce esponenzialmente quando si accede all’on-line oppure quando si utilizza la nuova modalità concepita per noi: la Sparatoria. Cos’è questa? Semplice, altro non è che la famosa Orda di GoW2 rivista utilizzando i Covenant ed un nuovo sistema per aumentare la difficolta’, i Teschi (vi risparmiamo i dettagli, godeteveli); torme aliene ci attaccheranno senza sosta, ad ondate, via via aumentando di numero, cattiveria e precisione.

Ultima menzione (ultima, ma ovviamente, non ultima) alla modalità multi giocatore che rischierà di farci perdere molta vita sociale, grazie a una pletora di mappe davvero vasta ed a un disco aggiuntivo contente tutte le mappe di Halo 3 (più qualche nuova chicca) e la possibilità di triturare gli extraterrestri nei panni di, reggetevi forte, Master Chief, per una campagna che potrà essere rigiocabile fino a quattro amici con xbox live. Le possibilita’ di gioco sono veramente tante, come in ogni FPS che si rispetti, alcune delle quali vi daranno modo di guadagnare addirittura gradi Spartan; ed un’altra che vi porra’ nei panni di dio permettendovi di modificare elementi delle mappe.

Fuoco a volontà

E cosi siamo alla resa finale. La zona dove il titolo si gioca tutto viene condensata a partire da qui. Occhi ed orecchie devono godere anche loro perché che sparatutto sarebbe senza coreografiche esplosioni e sonoro roboante? Sicuramente perderebbe gran parte dell’appeal; si può dire quel che si vuole ma una storia non supportata da effetti grafici e sonori all’altezza sarebbe da buttare.

Partiamo subito dalle dolenti note: il comparto visivo è leggermente datato (e già lo era quello del precedente capitolo), ed è palesemente inferiore al principale antagonista (leggasi GoW2). Volti non sempre convincenti che a volte danno l’impressione di esser leggermente squadrati fanno da contraltare ad effetti speciali davvero esplosivi. I vari tipi di deflagrazione sono la vera chicca del gioco, oltre alla fluidità che il motore Halo 3 riesce a conferire; engine che non fatica nelle animazioni, caratterizzate da modelli poligonali finalmente da “next gen”, ma che mostra l’età nelle textures di alternata fattura, partendo da ambientazioni tutt’altro che esaltanti all’inizio per culminare con zone dalle vedute davvero panoramiche e cinematografiche. Sovente le location alterneranno luci ed ombre risultando davvero curate, se viste con il visore, buone come design e particolari, ma non eccelse come interattività ambientale, con strutture a volte ricche di particolare ed a volte prive di elementi interagenti. Potremmo sintetizzare il concetto dicendo che è il vecchio Halo, rivisto ed aggiornato, ma restando ostinatamente vincolati al passato.

Effetti sonori anch’essi richiamanti vecchi capitoli, ma solo per via delle abbondanti esplosioni; rispetto alla parte grafica qui si nota che l’ambiente sonoro ricicla ben poco, piuttosto crea da zero ogni tipo di sonorità presente, o ne modifica le tonalità come se fossero create da zero, a cominciare da quello che contraddistingue la controparte visiva: gli effetti particellari. La colonna sonora, massiva, energetica e soprattutto nuova aggiunge la ciliegina su questa torta che deve essere assaporata quanto prima; portarsela in macchina ed ascoltandola mentre si va in ufficio o si fa jogging potrebbe rendere queste azioni dannatamente più interessanti.

Alla fine

Che dire, l’esperienza è notevole (ed il prezzo “quasi” budget, aiuta molto) seppur ogni aspetto rimane nella media dei titoli del genere. Tanto per chiarire le cose subito, GoW 2 è il top, dietro tutti gli altri. Grafica nella media (non è comunque da buttar via, anzi), sonoro sopra le righe e giocabilità pressoché identica ai precedenti Halo. Se i “Bungie boys” avessero osato maggiormente avremmo avuto tra le mani il Capolavoro semi-eterno, invece di un “semplice” ottimo prodotto.

Pro

- Giocabilità: vogliamo mettere? È Halo…molto simile al passato

- Sonoro galattico: se riuscite inserite nella playlist del vostro ipod i brani

- Prezzo ridotto, opzioni estese: 49 euro per un mare di “cose”

- È Halo: rivisto, corretto e ancora più accattivante

Contro

- e’ un’espansione, seppur e’ riduttivo definirla tale

- Comparto grafico: troppo negli standard ed a volte altalenante

- Giocabilità: vogliamo mettere? È Halo…molto simile al passato (e vogliamo provocare)

VALUTAZIONE COMPLESSIVA: 8

La recensione di Halo 3: ODST è stata scritta e curata da FranX per GameStorm.it, pubblicata il 24-10-2009

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Halo 3: ODST

  • Immagine della copertina del gioco Halo 3: ODST per Xbox 360
  • Data di uscita:
    22-09-2009
  • Categoria:
    sparatutto
  • Disponibilità per:
    X360
  • Popolarità:
    4.54 %

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Valutazione del gioco 6.7

L'ultimo voto è stato 8 dato da Andrem_Dusy

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