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Recensione di Alone In The Dark: Inferno


Titolo: Alone in the dark: Inferno
Genere: Avventura Horror
Piattaforma: Sony PlayStation 3
Sviluppatore: Eden Studios
Publisher: ATARI
Data di pubblicazione: 13/11/2008

Un nome, una certezza! videoludica ovviamente!

Edward Carnby sta al mondo videoludico come il cacio sta sui maccheroni. Mai come in questo caso la metafora rispecchia chiaramente quello che è, è stato e sarà il sempreverde Ed per le console di tutte le generazione. Era infatti il lontano 1992 quando la Infogrames distribuì il primo Alone in the Dark, ambientato negli Usa degli anni 20, e in cui apparve per la prima volta il nostro caro mister Carnby. Oggi, a circa 16 anni da quella data, ritorna, in versione next-gen, in un nuovo capitolo firmato Atari, pronto a sfidare i colossi Konami, Capcom e EA in materia di survival horror.
E’ tempo di nuovi ed inquietanti incubi per il nostro eroe, che si ritroverà ancora una volta solo (si fa per dire in quanto sarà aiutato dalla bella Sarah, che per caso piomberà nella vita di Edward) a fronteggiare le forze demoniache, tra fiamme e oscurità. Edward infatti sembra soffrire di una strana amnesia, provocata chissà da quale maleficio, che lo renderà ancora più solo in una Manhattan scossa da terremoti e fenomeni ai confini del paranormale. Ad aiutarlo, oltre alle armi da fuoco e quelle di circostanza, ci sarà la cara fidata amica torcia, pronta a guidarlo ancora una volta nei meandri dell’oscurità.

Tra fuoco, ombra e qualche difficoltà

Alone in the Dark: Inferno rappresenta un cocktail di stili che si articola attraverso otto episodi, collegati tra loro tramite dei piccoli summary riassuntivi dell’episodio precedente. Un mix di generi che va dalle fasi esplorative tipiche della modalità action-adventure, alle sparatorie in pieno stile fps, senza dimenticare le fasi di guida di veicoli. Passeremo quasi senza accorgercene dalla visuale in terza persona per le fasi action a quella in prima persona nelle fasi sparatutto, spesso con qualche piccolo problemino di adattamento. Infatti uno dei difetti del titolo Atari è proprio quello del difficile adattamento dei controlli al cambio della modalità di gioco, provocando per esempio imprecisione nella mira o nella guida dei veicoli, o momenti di caos nei casi di mischie e affollamento di più nemici. La visione integrale a 360° e un’ottima gestione dell’inventario, con la dislocazione degli oggetti tra i vari posti come tasche o sacche, con la possibilità di realizzare quindi combinazioni tra i vari elementi in dotazione o medicare le ferite con fazzoletti e bende, rendono meno frustrante il passaggio tra le diverse fasi di gioco, che a volte sembra essere un po’ troppo legnoso.
L’interazione con l’ambiente rappresenta un punto forte di AITD: saremo costretti infatti a sforzare le meningi per cercare oggetti ed elementi da combinare, oppure con i quali creare varchi sul nostro percorso. Sedie ed estintori per abbattere porte, tavoli e mobili infuocati da scagliare contro i nemici, liquidi infiammabili da incendiare per creare terra bruciata intorno a noi: sono solo alcune azioni che diventeranno routinarie per sopravvivere nell’infernale Manhattan.
Per quanto riguarda la realizzazione tecnica, il comparto grafico è di forte impatto: ci troviamo di fronte infatti ad un motore grafico eccezionale, che ha permesso la realizzazione e la gestione di ambienti molto vasti e ricchi di dettagli. Ma il fiore all’occhiello è la gestione delle luci e delle ombre, ed in particolare del fuoco (da sempre uno dei punti forti della saga): gli incendi, le fiamme, l’arsione, risultano davvero di ottima fattura, sia se già presenti nello scenari (come per quanto riguarda gli edifici in fiamme) sia se realizzati occasionalmente con molotov o liquidi infiammabili. Da segnalare anche il buon utilizzo di texture per la realizzazione dei personaggi; raramente si riscontrano bug grafici o cali di frame rate.
Eccezionale anche il comparto audio: agghiaccianti colonne sonore ci accompagneranno durante tutto il nostro viaggio in questo inferno cittadino. Melodie che si combinano perfettamente agli effetti sonori, creando un’ottima atmosfera di suspense, che getterà il giocatore nell’angoscia più buia. Precisi e ben realizzati anche i doppiaggi in italiano.

Brevi e sciocchi esseri orripilanti

Come accennato in precedenza il sistema di controllo non è dei migliori: nato per realizzare un’esperienza videoludica unica nel suo genere, è risultato abbastanza mediocre, anche perché si combina ad un’intelligenza artificiale non proprio di ottimo livello. Infatti i diversi generi di esseri con cui avremo a che fare non sono proprio il massimo dell’ IA: una volta capito il meccanismo sarà facile sbarazzarsene, sia per quelli di piccole dimensioni, che per quelli un po’ più cresciutelli. Eccezion fatta per i boss, ostici fino all’osso.
Altra nota stonata è rappresentata dalla ripetitività e poca longevità del titolo: la storia si incanala verso un binario ben preciso, lasciando poche scelta al player. Un taglio questo che se da un lato può risultare frustrante per gli amanti della libertà d’azione a 360°, dall’altro può rappresentare un elemento accattivante, in quanto fornisce un alone di trama cinematografica da non sottovalutare. Anche per questo motivo la longevità ne risente, e anche molto: si stratta infatti di un survival horror di breve durata, con un’esperienza che si aggira sulla decina di ore (scarsa) con una bassa percentuale di rigiocabilità, anche a difficoltà maggiori.

Concludendo

Nonostante gli accorgimenti apportati dalla Eden Studios per la versione ps3, Alone in The Dark non può considerarsi un capolavoro. Un titolo che doveva rappresentare l’outsider per eccellenza ai colossi Silent Hill e Resident Evil di prossima uscita non può permettersi di avere un sistema di controllo decisamente complicato e qualitativamente inferiore rispetto ai concorrenti del genere. Non bastano una grafica di forte impatto e una colonna sonora agghiacciante fino all’osso per farlo decollare fino all’olimpo dei videogiochi. Resta un ottimo titolo, assolutamente consigliato per tutti gli amanti del genere e di chi vuole farsi terrorizzare per qualche decina di ore.

PAGELLA

Grafica:  8,5 

Comparto grafico di ottima fattura, specie nelle ambientazioni e negli effetti luci e ombre.

Sonoro:  8,5

Melodie agghiaccianti ed effetti sonori rendono l’atmosfera assai angosciante e tetra, in pieno stile survival horror.

Gameplay: 6.5

Sistema di controllo rimandato, troppo legnoso in alcuni frangenti e confusionario in altri. Si poteva fare di meglio.

Longevità: 7

Come per ogni titolo dal taglio cinematografico la durata rappresenta un punto dolente. Una decina di ore sono davvero pochine per un avventura horror.

VALTAZIONE COMPLESSIVA: 7.5

 

La recensione di Alone In The Dark: Inferno è stata scritta e curata da ocean84 per GameStorm.it, pubblicata il 14-03-2009

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Alone In The Dark: Inferno

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