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Recensione di Stranglehold


Titolo:
Stranglehold
Genere: Azione, Sparatutto
Console: Playstation 3
Sviluppatore:
Midway Games
Publisher: Midway
Data di pubblicazione: 30 Novembre 2007

La magia dell’ Oriente

Spesso si accusano i videogiochi di non avere un’atmosfera coinvolgente, ma a volte queste voci vengono smentite da titoli su cui nessuno scommetterebbe un soldo, come nel caso di Stranglehold, nato dal genio di Jhon Woo e trasformato in videogioco da Midway Games. Contro ogni aspettativa incontriamo un gioco di buona fattura sotto quasi tutti gli aspetti, primo tra tutti quello delle atmosfere: sempre varie e curate nei minimi particolari. La Cina, nella sua misteriosità, è sempre stata uno spunto interessante per il mondo videoludico, ma purtroppo i giochi che la prendono come sfondo sono sempre ambientati in epoche passate. Stranglehold invece dà uno strappo alla regola e la ricrea com’è tutt’ora, caotica e quantomai malfamata. Tuttavia non frequenteremo solo i ghetti, ma andremo incontro a pericolose bande criminali nelle loro sfarzose ville.

 

 

Trama e svolgimento

La storia, purtroppo a tratti scontata, è comunque un elemento rilevante nel gioco. All’inizio dell’avventura l’ispettore Tequila Yuen viene chiamato dal suo capo per decidere come muoversi dopo l’improvvisa scomparsa di un agente infiltrato nella malavita cinese. Tequila, quanto mai spavaldo, decide di affrontare la missione da solo, disubbidendo al suo superiore. La vicenda nella quale Tequila si trova in mezzo riguarda la guerra tra bande mafiose rivali per la supremazia territoriale il conseguente controllo del business della droga ad Hong Kong. Le complicazioni si verificano quando il leader della banda mafiosa ascendente “Artiglio del Drago”, James Wong, decide di mantenere la propria supremazia contro le bande rivali con ogni mezzo, dal rapimento dei figli dei rivali alla loro esecuzione. Ben presto una semplice missione di recupero di un compagno di reparto si trasformerà in una sanguinosa battaglia personale, dove Tequila si dovrà scontrare con l’avversario più difficile di tutti: se stesso.

Comparto tecnico

Se paragonato ai capostipiti del genere, quali Uncharted o Assassin’s Creed, questo action-game risulterebbe davvero elementare, eppure è un titolo valido anche riguardo il comparto tecnico. Il motore grafico (Unreal Engine 3) fa il suo dovere, regalando colori accesi ed animazioni fedeli alla realtà. Non stupisce nei filmati, che spesso risultano superati persino da titoli ps2, ma durante l’azione si “trasforma” in una grafica degna di un titolo Next-Gen. Non stupiscono visivamente le esplosioni, ma il fuoco e l’acqua, veri crucci delle case di sviluppo, sono ottimamente realizzati. Il comparto audio presenta ahimè numerosi difetti, a partire dal doppiaggio, infatti i personaggi risultano privi di espressività, fino ad arrivare alle musiche di sottofondo, spesso non adatte alle situazioni in cui si trova il protagonista. E’ tuttavia giusto ricordare che gli effetti sonori (rumori di proiettili, esplosioni, ecc…) sono curati e immergono nell’azione, almeno finché il protagonista non apre la bocca.
Il doppiaggio in inglese, invece, è notevole e sorge spontanea una domanda: perché non possiamo sempre avere gli stessi trattamenti riservati agli altri paesi?

 

 

Un gameplay da Oscar

Jhon Woo unisce tutto il meglio dei suoi adrenalinici film in un solo operato: da qui nasce Stranglehold, un mix tra esplorazione e avventura condito da innumerevoli quanto adrenaliniche sparatorie. Il bullet time di Stranglehold (attivabile in qualsiasi circostanza con la pressione del tasto R2 del pad) ricorda quello fantastico del suo predecessore Max Payne, da cui prende chiaramente spunto, rielaborandolo però come solo quel genio di John Woo saprebbe fare. Rallentando il tempo potremo quindi lanciarci in straordinarie acrobazie e colpire i nemici con precisione. Quando l’apposito indicatore del bullet time starà per finire dovremo ricaricarlo, e in che modo se non eliminando orde di mafiosi cinesi? Durante il gioco Tequila sarà anche in grado di effettuare attacchi devastanti, che scopriremo solo con il progredire dell’avventura. I nemici che affronteremo saranno sempre gestibili con le armi in dotazione, ma in ogni livello e specialmente alla fine dell’avventura dovremo affrontare i tirapiedi dei mafiosi oppure i Don in persona: potenti boss di fine livello che non sarà facile eliminare. I giocatori più inesperti saranno sicuramente rallegrati quando scopriranno che dopo una decina di tentativi falliti verrà chiesto loro di abbassare il livello di difficoltà per lo scontro. Ovviamente questa diminuzione della difficoltà sarà temporanea, e nel proseguimento del gioco tornerà nuovamente alle impostazioni primarie. L’interazione con l’ambiente circostante è pressoché totale: ogni oggetto presente nello scenario è distruttibile e la fisica delle esplosioni e cadute è esaltante. Grazie a questa possibilità potremo anche ideare ingegnosi diversivi per distrarre i nemici, come far cadere un mobile o rompere una vetrata per distrarli ed eliminarli furtivamente. Le armi a disposizione sono molto varie: si spazia dai fucili d’assalto a quelli a pompa, dalle pistole ai meno efficaci uzi, dalle mitragliatrici pesanti ai lanciarazzi, per finire con granate e molotov, utili negli spazi ristretti per eliminare un numero di nemici elevato. Rimangono da menzionare solo le pistole dorate, disponibili sono nella seconda metà dell’avventura, che sono le armi più efficaci  del gioco; infatti basteranno un paio di colpi ben assestati per eliminare un nemico. Le armi che potremo portarci dietro, tuttavia, sono solamente due, ed è consigliato sceglierle con cura, per elaborare strategie di gioco complesse quanto appaganti. I potenziamenti sono quattro, sbloccabili automaticamente nel corso dell’avventura e permettono di risolvere le situazioni più complesse in pochi secondi. Purtroppo accumulare l’esperienza necessaria per sbloccarli velocemente richiede molte “uccisioni con stile”, ovvero eliminazioni con particolari tecniche e strategie. I combattimenti corpo a corpo sono semplici, ma nei livelli finali dell’avventura saranno molto frequenti a causa dello scarso numero di munizioni e degli attacchi di mafiosi cinesi armati di katane. L’interfaccia di gioco è semplice ed intuitiva: una barra rossa posta in alto a sinistra dello schermo ci indicherà lo stato di salute del protagonista (migliorabile con l’ausilio di medikit che si troveranno sparsi nei livelli), una barra  più sottile blu ci indicherà lo stato del bullet time (più è piena e più efficaci saranno gli attacchi) e nella parte destra dello schermo avremo in alto la barra circolare dei potenziamenti e in basso le informazioni relative all’arma in uso, a quella di riserva, alle munizioni di scorta e al numero di granate o molotov che possediamo.

 

 

Non è tutto oro quel che luccica…

Ovviamente non ci sono solo elogi per il titolo targato Jhon Woo, che sfortunatamente è minato da una longevità non all’altezza, 7 missioni di campagna (circa 10 ore di gioco al massimo livello di difficoltà) e pochi extra sbloccabili che non ne garantiscono una piacevole rigiocabilità. Il multiplayer diverte le prime volte ma non appassiona e, soprattutto, è spesso privo di giocatori attivi. Come noteremo sin dal primo approccio al gioco, gli effetti di luce e ombre sono poveri e non regalano al gioco l’atmosfera che meriterebbe. Nei filmati i personaggi paiono statici e le ombre facciali non convincono a pieno. Il doppiaggio in italiano è appena convincente, ma spesso i personaggi risultano inespressivi e non trasmettono alcuna emozione.

Tirando le somme questo è un titolo senza dubbio valido ma minato da difetti sostanziali che gli impediscono di ambire ad essere un action che rimarrà nel cuore dei videogiocatori.

Pro

- Comparto grafico di buona fattura
- Atmosfera orientale ben ricreata
- Bullet Time ottimamente realizzato
- Gameplay semplice ed intuitivo

Contro

- Comparto audio non all’altezza
- Effetti di luci ed ombre migliorabili
- Longevità davvero scarsa
- Assenza di una modalità cooperativa Offline o Online
- Multiplayer perennemente vuoto
- Mancanza dei Trofei

VALUTAZIONE COMPLESSIVA: 7.5 

 

La recensione di Stranglehold è stata scritta e curata da edo-95 per GameStorm.it, pubblicata il 06-11-2009

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