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Recensione di Sunset Overdrive

Titolo: Sunset Overdrive
Genere: free roaming TPS
Piattaforma: Xbox One
Sviluppatore: Insomniac Games
Publisher: Microsoft
Data di pubblicazione: 31/10/2014

One two three four

L’orecchiabile, allegro motivetto ci accoglie ogni volta che facciamo partire Sunset Overdrive. Lascia solo immaginare quanto può essere leggero e scanzonato il titolo, l’ultima fatica degli Insomniac, stupendi realizzatori di tutti i vari Ratchet e Clank, indimenticati eroi interstellari che più di molti altri giochi ci hanno strappato ai nostri doveri “sociali”. Ancor oggi, se dobbiamo citare un platform action degno di menzione, scomodiamo il meccanico spaziale e il suo fido e faceto robottino. La trasposizione per adulti del dinamico duo è approdata sulle nostre amate console e scopriremo che si tratta di qualcosa di più che un prodotto fracassone e colorato. Molto di più.

L’epicalisse!

In una notte di tregenda l’epicalisse ha inizio. No no, non è cosi, questa volta. La mega corporazione Fizzco ha deciso di lanciare sul mercato la sua nuova bevanda energetica, l’OverCharge Delirium XT. Fin qui, nulla di strano. Come ambiente di test ha deciso di usare la città di Sunset City che, al tramonto si è trasformata in un gigantesco rave party a base di quella bevanda arancione che ha un piccolissimo problema: chiunque la beva si trasforma in un’aberrazione mutante, deforme e piena di purulenti bubboni. E’ come un’apocalisse zombie, con creature mostruose al posto dei non morti, con il solito eroe (per forza) che da nullità diventa un fottuto qualcuno che salva persone e cerca un modo per andarsene dalla cittadina ormai in sfacelo. La storia ricorda molto l’ottimo Dead Rising 3, sia per dinamiche sia per l’evoluzione del personaggio principale. Potremo usare la stessa trama per introdurre anche Sunset Overdrive e nulla cambierebbe. La trama ha parecchi buchi, per stessa ammissione del nostro alter ego digitale, tanto per dirla tutta; ci troviamo perfettamente d’accordo: gli autori avevano bisogno di un pretesto per imbastire il frizzante carrozzone e ne hanno trovata una demente, in linea con la demenzialità del titolo. In sostanza, tolte le bollicine, noi (eroi del gioco) dobbiamo trovare un modo per andarcene dalla città, punto. Si riassume in una riga, semplicemente. In quella riga, in realtà, c’è un mondo! Incontreremo gente sconclusionata, personaggi assurdi e fuori dalle righe, che ci manderanno da una parte all’altra della città alla ricerca di qualcosa o qualcuno. Scoprire tutte le storie parallele spetta solo al giocatore e alla sua curiosità: abbiamo detto “giocatore” perché il protagonista sa’ di essere in un videogioco e non mancherà di sottolinearlo in diverse occasioni. Le chiavi di lettura, come nei migliori free roaming games, sono molteplici e ognuno svelerà esilaranti siparietti e dialoghi tra noi e i manipoli d’improbabili sopravvissuti che incontreremo solo giocando, grindando e rimbalzando su ogni superficie.

Grindare e rimbalzare

Avete mai provato a rimbalzare su di un’auto o su di un cespuglio o, ancora, su un lucernario? Non siamo pazzi, non ancora, ma la follia del titolo sfida le leggi fisiche, come quelle di grindare a piedi nudi…in salita e a tutta birra. O correre sulle pareti senza essere supereroi ne’ lanciarsi da un grattacielo e non farsi assolutamente nulla. Non ha senso. Lo sappiamo. Sunset overdrive punta proprio sul nonsense di fondo per confezionare un frizzante prodotto che sprizza giocabilità da tutti i pixel. I primi cinque minuti di gioco non ci hanno entusiasmato, anzi, lo abbiamo reputato fracassone e possibile miscuglio di Dead Rising e Borderlands (per via dei dialoghi “estremi “ e sesso centrici). Poi ha cominciato a ingranare, e non ci siamo più staccati perché sempre presi a fare qualcosa e a trovare nuovi modi per far fuori le tre fazioni che si contendono il monopolio della città.

Di armi ce ne sono una quindicina, una più assurda dell’altra; la prima in assoluto assomiglia a un grosso…ehm…si, beh, ci siamo capiti: è proprio quello che state pensando. Lasciate stare la storia, nemmeno gli Insomniacs ci puntano molto, concentratevi sul gameplay esplosivo. L’eroe non ha alcun tipo di progressione, in-game, viene potenziato in base agli overcharge cui decideremo di dotarlo e alcune capacità acquistabili, ma sotto sotto è sempre lo stesso; non troveremo la ruota dei talenti da sbloccare per farlo crescere. Le armi, saranno le uniche cose che aumenteranno di livello, utilizzandole (non vi ricorda, ancora, Ratchet & Clank?). Fatte le opportune scelte e customizzazioni del personaggio, si tratta “soltanto” di andare da un punto A a uno B facendo fuori tutti gli OD, i robot della Fizzco e i malviventi Scab; i tre gruppi che si contendono le aree cittadine. Nel nostro peregrinare alla ricerca di un mezzo per lasciare Sunset City ci imbatteremo in combriccole di sopravvissuti, una più pazza dell’altra, tra le quali ci siamo scompisciati tra le battute dei nerd Oxfordiani e gli assurdi cavalieri moderni di Fargathia, che favellavano in guisa medieval, acciocché allo paladino aggradasse l’ardimentosa opera da compiere. Scusate, ci siamo calati troppo nella parte. Si muore dalle risate, perché i riferimenti poetici, filmici e videoludici non mancheranno mai e saranno parte integrante del titolo, al pari della giocabilità magnetica. I nemici saranno lenti di comprendonio ma ci assaliranno in gran numero, quindi non useranno tattiche particolari, ma si baseranno solo sui componenti delle varie armate/orde di mutanti/persone/robot.

Le mappe sono gigantesche e si estendono sia in orizzontale sia verticale dandoci modo di spaziare e attaccare gli avversari da ogni dove, raccogliendo lattine e soldi, una volta uccisi, che servono per sbloccare vestigia ridicole o armi più ridicole ancora. I vari stili di combattimento permetteranno di raccogliere badge per incrementare l’efficacia dei numerosissimi overdrive per incrementare le doti di noi, superfighi eroi del mondo. Paladini che possono essere fino a otto se accettiamo le missioni della Squadra Caos che, nonostante si basino su un playground di poche mappe, il casino che si crea unito alla difficoltà delle stesse fornisce spunti aggiuntivi per guadagnare gadget spendibili nel multiplayer stesso.  

Medesime sessioni che in single player, si grinda, si spara si ammazza e si piazzano trappole come se fossimo della “difesa notturna” sperimentata off line, ma con un numero di OD molto più elevato, con gli stessi molto più cazzuti e aggressivi. 

Tower defense divertentissimo pur restando nella classica concezione della cooperazione tra elementi, con la classifica finale che erge il più figo dei combattenti…e anche la scamorza del multiplayer! Comparto online tosto, fluido e privo di latenze e “minelle” varie; volendo usare un gergo tanto caro al protagonista senza nome: dito in su come apprezzamento.

Non parlo nerdese

Lo sappiamo, ci stiamo dilungando molto. Troppo…ma non potevamo saltare tutto per approcciare direttamente all’audio. Caz.. se fa ridere. E’ demenziale. Ogni cosa lo è. I dialoghi sono sboccati, sessisti e per nulla politicamente corretti. Fanno scompisciare dalle risate; è difficile capire chi sia il più ridicolo, nel gioco. Lo sono tutti, dagli Oxfordiani ai Fargathiani. Si procede sghignazzando, grindando e rimbalzando. Il doppiaggio è eccellente e non fa altro che conferire a “S.O.” ulteriore demenzialità; vuoi per le situazioni ai limiti del possibile, vuoi perché ci mettono molto del loro, gli attori che prestano la voce ai numerosi, pazzi e sconclusionati personaggi nei quali ci imbatteremo. Era dai tempi del primo Borderlands che non ridevamo cosi tanto, avanzando nel gioco. E poi le citazioni: il titolo ne è pieno! La stessa colonna sonora che si staglia molto meno nitidamente del parlato, è tuttavia piacevolissima, con chicche e stacchi non indifferenti, cambiando pure genere per volontà del protagonista. Hahaha. Impagabile.

Bello pixellone mio

Subito le note dolenti, cosi poi è tutto in discesa. Le texture godono di alti e bassi, molte di esse, sono “confezionate” con bei pixelloni grossi; forse troppo scalettate, a nostro avviso. Non tutto è cosi, fortunatamente. Infatti, quando di OD/Scab/robot ce ne sono a quintalate sullo schermo, non ci perdiamo nemmeno un frame; non un accenno di rallentamento. Il motore grafico fa il suo sporchissimo dovere e muove un’intera città senza battere ciglio. Spacchiamo, distruggiamo, creiamo crepe nel terreno, accendiamo mostri come zolfanelli e facciamo esplodere barili infiammabili senza pagare dazio in termini di dinamicità dell’engine. Il livello di dettaglio è sempre accurato e caratterizzato da brillanti palette cromatiche, coloratissimi paesaggi cittadini, illuminati a giorno dalle nostre esplosioni (ma è già giorno! Non sempre: le sessioni di difesa notturna si svolgono, appunto, di notte). Le illuminazioni seguiranno le canoniche leggi che governano la fisica e spiazzano il gamer: fisica non propriamente rispettata, ma piegata secondo l’esigenza del gameplay. Tavolozza dei colori sfruttata discretamente per i nemici, che si dividono essenzialmente in tre categorie ognuno, quindi non esageratamente differenti gli uni dagli altri, ma non possiamo volere tutto, giusto? Limitamoci, per ora, a godere dei ricchi dettagli della metropoli e degli accuratissimi modelli poligonali dei protagonisti.

OverCharge Delirium

Il fracassone e apparentemente banale carrozzone degli Insomniacs rivela invece un’anima accattivante e magnetica. Ci rapisce dall’inizio alla fine, seppur le missioni siano simili tra loro e le sessioni “difensive” siano solo un mero rimbalzare/grindare/colpire con l’aggiunta di trappole dai vari effetti. Il multiplayer aggiunge poco più, nonostante sia piacevole far esplodere il caos tra una miriade di OD e sette compagni con i quali condividere la blastazione. La storia fa acqua da tutte le parti, ma le situazioni spassosissime, il gameplay immediato e la grafica fluidissima ci terranno inchiodati allo schermo per lungo, lunghissimo tempo a sbloccare tutti i bonus e completare le missioni secondarie. Consigliamo di tenere i dialoghi sboccati senza censurarli o vi perderete gran parte del divertimento. E vai di griiiiiind…almeno fino al secondo capitolo. Ops, scusate lo spoiler, ma chi lo ha terminato, capirà di cosa stiamo parlando.

Pro

  • giocabilità estrema
  • divertentissimo da soli
  • dialoghi e dinamiche esilaranti e politically incorrect

Contro

  • missioni ripetitive
  • alcune texture pixellose
  • il multiplayer poco strutturato

VALUTAZIONE COMPLESSIVA: 8

La recensione di Sunset Overdrive è stata scritta e curata da FranX per GameStorm.it, pubblicata il 25-11-2014

Commenti sulla recensione (3)

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Commenti
avatar di mungimungi
14-12-2014
mungimungi

Io lo vado a comprare domani insieme alla one bianca

1
avatar di FranX
01-12-2014
FranX

Non posso fare altro che consigliartelo; sia se vuoi ridere, sia se vuoi sparare senza alcun criterio. E' troppo sopra le righe, in senso positivo

2
avatar di spumante
28-11-2014
spumante

Interessanti le scelte di design, un bel titolo "caciarone", per divertirsi spegnendo il cervello. Spero di poterlo provare a breve.

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Sunset Overdrive

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Valutazione del gioco 7.5

L'ultimo voto è stato 8 dato da _ImmortaL_

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