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Recensione di Stranger of sword city

Titolo: Stranger of Sword City
Genere: RPG
Piattaforma: Xbox One
Sviluppatore: Experience
Publisher: Indipendente
Data di uscita: 29 marzo 2016

Uno straniero nella Sword City: ecco un Japan RPG nudo e crudo

Precisiamo subito una cosa fondamentale: Stranger of Sword City, sviluppato da Experience, è un game fortemente indirizzato verso quei giocatori amanti del “gioco di ruolo” in senso stretto. Non vi parleremo di un action con forti elementi RPG, ma di un GDR totale che difficilmente potrà far breccia nei cuori di chi ama l’azione pad alla mano.

La premessa narrativa di Stranger of Sword City è particolare e, lontanamente, ricorda quella del manga/anime Magic Knight Rayearth conosciuto in Italia come “Una porta socchiusa ai confini del sole”: in sintesi, esseri umani che vengono catapultati in una nuova dimensione. Questa volta, però, l’avvenimento che scatena il passaggio dimensionale è un incidente aereo: il volo, con a bordo il futuro protagonista delle vicende, precipita, infatti, in un mondo fantasy, popolato da misteriose creature e minacciato dai Lineage. Più precisamente, il giocatore si troverà nella città chiamata Escario, la Sword City appunto, dove scopre di avere acquisito particolari poteri, complice anche una gravità del pianeta inferiore a quella della terra. Queste nuove abilità lo portano, volenti o nolenti, ad essere etichettato dagli altri “Strangers” come possibile “eletto”, uno dei pochi in grado di difendere il regno dalle invasioni delle temibili creature nemiche. Si tratta di sicuramente niente di nuovo per chi mastica un minimo di Role-Playng Game: ambientazione fantasy, dungeon crawler, magie, guerrieri, nani, elfi, mostri, eroi, regni in pericolo e così via. Allo stesso tempo le scelte visive e narrative rendono il tutto piacevole e attenuano la pur presente sensazione di déjà vu. Stranger of Sword City richiederà in media quaranta ore per poter essere sviscerato completamente. C’è da dire anche che, man mano che la storyline si dipana, si palesano i limiti della produzione di Experience, rappresentati da un’eccessiva presenza di cliché e da sequenze di trama non esattamente intriganti.

Contribuisce al senso di pesantezza anche un uso eccessivo di dialoghi prolissi che sono fini a se stessi e non servono ad aumentare la caratterizzazione dei personaggi o a definire meglio la trama.

Combattimenti tosti, vecchiaia e … Attenti a non morire: non si torna indietro!

Le prime fasi di gioco consistono nella creazione del proprio personaggio, in linea con i game di questo genere. L’estetica del protagonista è impostabile scegliendo tra una serie di artwork, in puro stile manga, quello che maggiormente aggrada, maschile o femminile, in versione seria o come “caricatura”. Si tratta comunque di un disegno che rimane in concreto statico durante tutte le fasi di gioco. Ovviamente, il proprio alter-ego ha la possibilità di scegliere la razza, la classe e le abilità speciali anche se alla prima run molte opzioni risultano bloccate. Interessante è l’inserimento di alcuni parametri che variano in base all’età scelta per il personaggio. Ci sono poi le statistiche tipiche dei GDR: forza, vitalità, agilità, fortuna, etc., in base alle quali variano le abilità del protagonista.

Le fasi iniziali di gioco sono chiaramente utilizzate per definire il contesto narrativo e sono caratterizzate da un breve tutorial in cui, anche tramite lunghi dialoghi (a tratti estenuanti), vengono forniti i conigli basilari al player: dalla gestione dell’equipaggiamento alle prime fasi di combattimento. Per quanto riguarda proprio i duelli, gli sviluppatori hanno posto in essere un sistema tipico a turni in cui si può scegliere, per ciascun personaggio, se attaccare (e quale bersaglio), difendersi, utilizzare oggetti (pozioni, etc.), lanciare incantesimi o semplicemente scappare, con una fuga la cui riuscita è stabilita dal “lancio dei dadi”. Proprio quest’ultima opzione si rivela fondamentale in quanto, anche a livello “normale”, gli scontri sono abbastanza impegnativi e la morte di un membro della squadra può anche essere definitiva, con le ovvie conseguenze nell’ottica del proseguimento del game.

Il team di combattimento può essere composto da un massimo di sei elementi ed è compito del giocatore mettere assieme i tre dell’avanguardia e i tre delle retrovie in modo intelligente, per sfruttare le peculiarità di ogni personaggio. Ad esempio, un guerriero con alta forza, abile negli attacchi ravvicinati rende al meglio se posto in prima linea così come un mago, che può attaccare dalla distanza ma poca forza, sarà più al sicuro se “schermato” dai tre davanti.

Parlando di esplorazione delle aree, invece, i ragazzi di Experience hanno realizzato un semplice sistema di spostamento a caselle, una alla volta, con visuale in prima persona e possibilità di movimento lungo i quattro punti cardinali: dinamiche che, ai veterani dei videogame di ruolo, riporteranno alla mente lo storico Dungeon Master, sviluppato da FTL Games e lanciato nel lontanissimo 1987. Aprendo la mappa, è possibile anche realizzare uno spostamento rapido nelle zone già visitate.

Tra le varie ambientazioni, si rivela fondamentale la città, la Sword City, l’unico luogo dove si possono effettuare compravendite, assoldare nuovi Strangers, imparare nuove abilità e, soprattutto, gestire i salvataggi della partita.

I consigli che vogliamo darvi sono quelli di affrontare questo gioco con pazienza, di organizzare in modo ragionato il proprio personaggio, le sue abilità, il suo equipaggiamento e di formare una squadra varia in cui siano presenti tutte figure complementari per non restare mai scoperti in una determinata abilità o caratteristica. E’ un game complesso che spesso richiede di livellare per evitare la morte dei membri del team che, come detto sopra, potrebbe condizionare “definitivamente” il proseguimento dell’avventura.

Estetica minimale arricchita da artwork davvero belli

Stranger of Sword City offre fin da subito le caratteristiche di una visual-novel nella tipica salsa nipponica e l’introduzione al game sembra quasi la sigla di un anime. Anche le fasi successive di gioco, nonostante la selezione della skin del personaggio permetta anche di optare per un genere meno “cartonizzato”, vertono maggiormente sui tratti tipici dei disegni manga. I dialoghi sono gestiti in modo semplice con il testo sulla parte bassa dello schermo e gli sprite dei personaggi coinvolti nella discussione, che variano espressione in base allo stato d’animo, leggermente più in alto. Lo sfondo, spesso povero, non ci ha mai colpito particolarmente e le animazioni sono poche e non troppo elaborate.

Il comparto sonoro presenta un buon doppiaggio in lingua giapponese che contribuisce a dare quella sensazione di trovarsi di fronte ad un anime interattivo. Inoltre, abbiamo trovato molto carine le musiche della soundtrack.

Certamente se da un punto di vista artistico ci troviamo di fronte ad un buon lavoro, il lato tecnico è non pervenuto: ci siamo imbattuti, in pratica, ad un gioco RPG da tavolo, riportato abilmente su console. Tenendo conto che la versione da noi testata è quella su Xbox One, è automatica la considerazione che tale piattaforma, nonostante la bontà complessiva del game, risulti quanto meno sprecata per una simile tipologia di gioco.

In sintesi:

Stranger of Sword City è nel complesso un buon titolo. La software house Experience ha creato un RPG articolato e profondo, caratterizzato anche da idee e scelte importanti come quella della “morte definitiva” dei personaggi. Certamente non è un videogame adatto a tutti ma orientato verso quel pubblico di nicchia che ama i GDR in tutte le loro forme e in tutta la loro essenza. Statico e privo di azione, sarebbe inadeguato nelle mani di chi ama la frenesia dei combattimenti che coinvolgono il giocatore in modo attivo.

Pregi

  • Trama semplice e carina. Buona longevità.
  • RPG profondo e sufficientemente complesso.
  • Artisticamente buono.

Difetti

  • Cade vittima di qualche cliché e déjà vu.
  • Dialoghi a tratti estenuanti per la loro lunghezza.
  • Lato tecnico non pervenuto (ma è anche normale in un gioco di questo tipo).

VALUTAZIONE COMPLESSIVA: 7

La recensione di Stranger of sword city è stata scritta e curata da G-PqV per GameStorm.it, pubblicata il 29-12-2016

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Stranger of sword city

  • Versione xone in esclusiva digitale
  • Data di uscita:
    29-03-2016
  • Categoria:
    giochi di ruolo
  • Disponibilità per:
    XONE PSVITA
  • Popolarità:
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Valutazione del gioco 7

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