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Recensione di Soul Calibur VI

Titolo: Soul Calibur VI
Genere: Picchiaduro
Piattaforma: PlayStation 4, Xbox One (testata), PC
Sviluppatore: Project Soul
Produttore: Bandai Namco Entertainment
Data di uscita: 19 ottobre 2018

Assalto all’arma bianca

Qualcuno avrà visto al bar, una trentina d’anni fa, il primo capitolo di una gloriosa serie ai tempi Soul Edge, o Soul Blade in Europa; altri l’hanno vissuto solo di recente con il quinto capitolo non molto fortunato. Il nugolo di combattenti all’arma bianca è nuovamente tornato alla ribalta per un episodio che si preannuncia pirotecnico e d’impatto e che funge, in parte, da reboot della serie.

Cronache dell’Anima

Contrariamente a quanto accade di recente, sembra, fin da subito, che l’ultimo Soul Calibur arrivato sia improntato su una corposa componente singleplayer. Se vogliamo dirla tutta, la cosa non ci dispiace perché troppi titoli hanno abbandonato trama e narrazione a favore del multiplayer (in ultimo le tanto diffuse Battle Royale).

Bilancia dell’Anima e Cronache dell’Anima riportano il focus sul giocatore in singolo e sulla classica campagna; lo fanno riscrivendo l’antefatto che parte dalla fine del XVI secolo, precisamente tra il 1583 e il 1590 con l’avvento delle due spade cardine del bene e del male: la Soul Edge e la Soul Calibur. Sophitia sconfisse il pirata Cervantes e la lama del caos, la Soul Edge si impossessò del cavaliere Siegfried/Nightmare e il male iniziò a dilagare, avendo il proprio culmine con gli eventi accaduti nel tempio Ling-Shen laddove partì la missione di Kilik, il monaco, che impersoneremo, ovviamente, ripercorrendo tutta la storia ripresa dal suo punto di vista… ma non solo: si susseguiranno diversi personaggi da conoscere e iniziare a padroneggiare e le storie a loro legate che amplieranno gli accadimenti a dismisura. Volendo, potremo conoscere le vicissitudini legate alle due spade che hanno intrecciato le vite di ogni combattente, approfondendo meglio ogni loro background e personalità. Oltre a tutti i guerrieri conosciuti in passato l’ultima incarnazione della saga propone alcune nuove aggiunte, per svecchiare ulteriormente il titolo, tra le quali non può non esser menzionato Geralt di Rivia; il famosissimo Witcher che incrocerà i cammini dei differenti paladini e funge da autentica guest star.

Tutto questo, però, richiede tanta pazienza visto che i fatti vengono narrati mediante lunghi caricamenti intervallati da schermate quasi statiche: non è un’impresa per tutti perché il ritmo complessivo del gioco risulta ampiamente “frammentato” . Anche saltando i filmati, non riusciremo a evitarci le fasi di loading.

Lunghe pause che ci dovremo sorbire anche per l’altra principale sezione del gioco, Bilancia dell’Anima, che ripropone i diversi avvenimenti legati alle vicende della Spada rivisti in ottica GdR, con il nostro personaggio da creare, per raccontare una storia parallela a quanto visto nella modalità campagna. Il nostro avatar cresce, si evolve e si può impossessare di vestiti e armi sempre più letali a patto di sopravvivere alla customizzazione iniziale dello stesso: i caricamenti per ogni parte del corpo saranno esasperanti! Tralasciando quest’aspetto possiamo dire di essere noi stessi a scrivere le nostre gesta, con combattimenti da scegliere lungo il cammino, ognuno con condizioni diverse da affrontare, che daranno la giusta soddisfazione una volta portati a termine. Finalmente il singolo è tornato in auge; detto ciò, aspettatevi numerose partite online, sia classificate che per il proprio ludibrio, da portare a casa giusto per rubarvi altro piacevole tempo alla vita sociale.

Di taglio e di punta

Arriviamo al cuore del progetto anima: il gameplay.Com’è facile intuire fin dai primi minuti, non si tratta di un prodotto tecnico pensato solo per bastonare il gamer ma, anzi, un gioco adatto a tutti: comandi classici (calcio, guardia, attacco leggero e pesante) affiancati ad alcune shortcut per effettuare combinazioni letali o proiezioni, per le quali usiamo semplicemente i dorsali. Stiamo semplificando per non tediarvi oltremisura ma facendo pratica si noterà quanto semplici combo si trasformino in concatenazioni tecniche una volta fatta la giusta esperienza con cui evolvere, per esempio, un Taglio Invertito in un contrattacco. La Reversal Edge è, infatti, una delle novità combattive introdotte nel capitolo 6 del franchise; il bullet-time che ne consegue avrà effetti devastanti a patto di vincere questa sorta di morra cinese digitale che avrà circa una decina di possibilità di sviluppo, ognuna con proprie derive e relativi esiti.

Contrariamente a quanto può sembrare, gli scambi con l’avversario dureranno meno del tempo di caricamento del match e avranno corso sopra un’arena ben delimitata con possibilità di buttare il nemico fuori dalla stessa vincendo per ring-out. Gli incontri potranno essere frenetici e talvolta confusi per via dei numerosi effetti speciali a video: ogni guerriero avrà la propria arma, con  personalità e set di mosse caratteristici, facilmente riconoscibili. Dopo parecchia pratica scopriremo i vari punti deboli e, se saremmo bravi, riusciremo a sfruttarli contro l’avversario stesso: Astaroth, per esempio è potentissimo, ma questa forza ha bisogno di tempo per essere scatenata; uno scarto ai lati e lo si colpisce con più facilità che frontalmente. Morale, ce n’è per tutti i gusti e chiavi di lettura, chi vorrà adottare un atteggiamento prudente aspetterà che il nemico colpisca per poi agire di rimessa, chi invece ha animo aggressivo si scaglierà come una furia contro la sua nemesi; l’estrema giocabilità supporterà ogni nostra decisione in merito rendendo fluida e naturale ogni mossa.

 

A ognuno la propria spada

(Quasi) tutti i personaggi delle cronache di Soul Calibur sono stati tirati in ballo per tentare di imbastire il capitolo più grandioso di sempre; le rivisitazioni di ognuno di loro sono state necessarie ma non li hanno snaturati o resi irriconoscibili. Ogni character sfoggia la propria corazza con livrea, possiede armi uniche e coreografie tipiche; si è trattato di un’opera di rinnovamento che ha toccato il gameplay (già citato) introducendo moderni move-set e rinnovando qua e là anche alcuni tratti/armature dei combattenti: tutto è reso più fresco e d’impatto per i tempi moderni. Il design dei protagonisti è tirato a nuovo anche se a livello visivo non siamo convintissimi delle scelte tecniche adottate: l’engine muove tutto fluidamente però la qualità delle texture, e della grafica più in generale, non è il massimo e soffre di alti e bassi. I contendenti convincono e risultano e ben caratterizzati, ricchissimi di particolari ma con alcune pixellature di troppo, fatto più evidente a distanza ravvicinata. Impagabile l’effetto delle scintille ogni volta che le armi cozzano le une contro le altre e i pyros sprigionati dagli attacchi speciali. Le stesse arene di gioco sono forse un po’ troppo spoglie e prive di personalità; si limitano al canonico ring entro cui avviene il duello e ad uno sfondo non sempre tangibile. Avremmo voluto scenari più interattivi dal punto di vista della distruttibilità.

Il mero chiacchiericcio dei doppiatori è lasciato alle parti di raccordo e narrazione, ove tutto si ferma per i lunghi caricamenti che gli attori sfruttano per raccontarci gli antefatti che fanno muovere la storia. Dialoghi convincenti seppur spesso abbiamo cercato di skippare perché associati a noiose schermate statiche che volevamo solo evitare per poterci focalizzare sull’azione; una volta sul terreno di scontro anche le musiche riprendono enfasi e tono, rimarcando la pura azione dei contendenti.

In sintesi: En Garde!

Finalmente è tornato: avevamo giusto voglia di avere un picchiaduro all’arma bianca nuovamente tra le mani. Non è perfetto, tecnicamente ben fatto ma poteva essere implementato meglio; troppi pixel da rettificare e scenari anonimi perché possa essere il vero contendente  principale di un Tekken. I caricamenti, secondo noi, sono la vera spina nel fianco: lunghissimi, sia in singolo che in multiplayer; effettuare match-making “godrà” della stessa bassa velocità di loading offerta dalla campagna principale. Terminano qui le lacune e iniziano i pregi, a partire dal solido roster (con qualche sbilanciamento) affiancato a un gameplay immediato che aumenta l’aspetto tecnico nel tempo, con l’incremento della nostra esperienza. Soul Calibur VI è un titolo divertente che offre numerose chiavi di lettura, stili di gioco e possibilità per brandire la spada, sia essa sotto l’egida della trama che sotto la sua derivazione ammiccante il genere RPG  che, ancora,attraverso il sano ludibrio nel fare a fette il nostro avversario, comandato dalla CPU o da un altro amico in locale o in rete. Sicuramente un must have per tutti i fan della saga e un ottimo acquisto per gli appassionati dei picchiaduro.

Pregi:

  • Finalmente una modalità pensata per il singolo.
  • Sistema di combattimento accattivante.
  • Comandi pensati per aiutare il gamer.

Difetti:

  • Caricamenti frustranti.
  • Graficamente bello ma poteva essere ancora meglio.

VALUTAZIONE COMPLESSIVA: 8,5

La recensione di Soul Calibur VI è stata scritta e curata da FranX per GameStorm.it, pubblicata il 02-11-2018

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Soul Calibur VI

  • Immagine della copertina del gioco Soul Calibur VI per Xbox One
  • Data di uscita:
    18-10-2018
  • Categoria:
    picchiaduro
  • Disponibilità per:
    PS4 XONE
  • Popolarità:
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Valutazione del gioco 8

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