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Recensione di One Piece: Burning Blood

Titolo: One Piece Burning Blood
Genere: Picchiaduro
Console: Xbox One
Sviluppatore: Spike Chunsoft
Publisher: Namco Bandai
Data di pubblicazione: 03/06/2016

Personaggi strampalati

A memoria, non ci sembra ci siano stati altri titoli ambientati nello strampalato universo creato da Oda, per Xbox. I vari Mortal Kombat, Killer Instinct, Street Fighter, Dragon Ball e Naruto nelle loro altalenanti uscite si sono divisi la posta, fino a questo momento. Chissà se l’ingresso nel ring del nuovo contendente, sviluppato dalla neonata Spike Chunsoft, possa spostare gli equilibri in gioco e magari ritagliarsi un posto nel gotha dei picchiaduro.

Frutti di mare

Interminabile la filmografia e infiniti sono i manga del marinaresco mondo di Rubber (certo, il nome del protagonista sarebbe Rufy, ma ci siamo affezionati alla versione italiana), risulterebbe difficile condensare tutta la storia in poche righe e, obiettivamente, non saremmo nemmeno in grado di farlo, tante sono le cose da scrivere. Come ben sapete numerosi individui hanno ottenuto i più disparati poteri mangiando i Frutti del Diavolo, Rubber ha assunto la varietà Gom Gom che gli ha fornito i poteri elastici della gomma. E' meglio limitarci al paragrafo ludico, il primo per la nostra console: Burning Blood, senza perderci in un prolisso antefatto. Il fratello di Cappello di Paglia, Ace, è in procinto di esser giustiziato dalla Marineford, agli ordini di Akainu; si smobilita l’intera ciurma pirata di Barbabianca (il padre di tutti i filibustieri) per sventare la sanguinosa esecuzione. Protagonista indiscusso sarà, però, l’amato Rufy, che dovrà dividere il palcoscenico con numerosi comprimari “narranti” le vicende, secondo quattro punti di vista differenti, che contraddistinguono i capitoli dello Story Mode. I diversi pezzi della campagna, serviranno più a noi, per conoscere i combattenti e impararne le mosse, che a fornire dettagli approfonditi sull’epopea di One Piece. Storia “rigida” nel proprio svolgimento: non ci da’ modo di scegliere pirati alternativi ne’ spalle a supporto che non siano quelle previste dalla trama.

E’ guerra!

Dobbiamo in qualche modo terminare il discorso riguardante la trama e potremo esaurirlo velocemente giocando la Guerra Suprema: cinque orette scarse (comprensivi di filmati introduttivi) per portare a termine le gesta di Cappello di Paglia. Poca roba, si poteva fare molto di più, magari improntando il gioco non soltanto su base incontri ma orientandolo alla maniera del più simile Naruto. Fingendo che siano altre le modalità sulle quali puntano gli sviluppatori, possiamo virare su scelte molto variegate tra loro, dalla vs Ricercati che ci vedrà vestire i panni di bounty hunter, imbastendo il nostro personale team di marinai e completare le diverse sfide che ci verranno sottoposte in bacheca. E’ interessante il tipo di battaglie appena descritto, ma sicuramente meno della Bandiera Pirata che ci farà partecipare ai conflitti marinareschi scegliendo per quale ciurma schierarsi e quale isola conquistare sfidando la fazione che ne detiene il possesso, sia off line sia, molto meglio, online. Per chiudere il ricco comparto opzioni, vogliamo menzionare il multiplayer che, pur dando il meglio di se’ contro un amico reale, in locale, sfoggia interessanti competizioni in rete (classificate o meno). Dall’uno contro uno alla caotica tre vs tre, abbiamo un parco combattimenti molto interessante, con rari lag, e matchmaking veloci. Una volta instaurato, scopriremo quanto il gameplay sia avvincente poiché privo di fronzoli tecnici e accessibile fin da subito (anche se sarebbe meglio impratichirsi con la campagna offline, prima); la sola vera nota dolente saranno i terribili ragazzini che troveremo in rete che ce le suoneranno di santa ragione a più riprese. Tasti per attacco, difesa e salto che, combinati facilmente con i dorsali, al riempimento della speciale barra di Furia scatenano le mosse e gli effetti speciali più disparati. La pecca del comparto è sostanzialmente che la schivata non è molto funzionale se non ci si trova vicini all’avversario e soprattutto i nemici che hanno la capacità di colpirci da lontano la sfrutteranno sempre, tenendoci a lunga distanza e subissandoci di colpi letali cui difficilmente potremo porre rimedio. Manca totalmente un movimento rapido in grado di accorciare il tratto che ci separa dal contendente, riducendo molte pugne a continue e, a volte, inutili rincorse. Diverse strategie offensive disponibili, ma, al momento, la più funzionale sembra essere quella di formare un team con almeno un personaggio in grado di colpire dalla distanza.

Quindici uomini, quindici uomini…

…sulla cassa del morto. Le sonorità sono marinaresche, richiamano alla memoria leggeri motivetti pirateschi; una via di mezzo tra moderni stacchetti e musiche che ricordano i cori apprezzati in Black Flag, in versione molto light. Nulla di memorabile o che resti impresso particolarmente; anzi, durante gli scontri, scorreranno via quasi senza farsi notare. Viceversa abbiamo molto gradito i dialoghi, anche se in giapponese; può sembrare assurdo ma l’enfasi, l’epicità posta nell’interpretazione ci hanno fatto sorridere e convincere sempre più che stiamo giocando a un manga. Impressione per nulla smorzata dalla grafica e dal design adottato: il cel shading è spettacolare. Toni accesi, colori sgargianti e profili rimarcati fanno di Burning Blood un vero e proprio fumetto in movimento con ogni personaggio riprodotto fedelmente e, soprattutto, caratterizzato in maniera molto convincente. Movenze differenti secondo la stazza del combattente contribuiscono a creare quel feeling che va oltre le preferenze personali degli “amici” spesso visti in TV; magari viene instaurato grazie allo stile di combattimento adottato oppure alle mosse speciali da fine del mondo che ognuno ha in dote. Sono diversi i motivi per parteggiare per qualcuno anziché altri, non nascondiamo che il climax viene raggiunto quando iniziamo a concatenare gli spettacolari attacchi che, grazie a effetti speciali cartoonistici e rese grafiche esplosive, rappresentano una vera e propria gioia per gli occhi attivando la modalità esplosione (è sufficiente riempire l’indicatore Furia e agire sullo stick destro). La qualità è sicuramente alta e si mantiene tale anche riguardo alle ambientazioni, cioè delle arene circolari cariche di dettagli ed enormi sprites in movimento anche se, volendo muovere critiche, avrebbero potuto essere più interattive e in maggior numero: ne abbiamo contate una dozzina e ci sembrano un po’ pochine, obiettivamente. Una volta messi di fronte agli avversari, però, ci passerà di mente questa lacuna, per cui:

“Tutti all’arrembaggio!”

Nutrivamo una certa invidia verso possessori di PS4 per la mancanza delle gesta di Cappello di Paglia sulle nostre console. Finalmente giochiamo ad armi pari, anche se forse non è proprio la miglior produzione di One Piece poiché non racchiude molti stravaganti pirati. La grafica da fumetto, in cel shading, ci ha sorpreso, nonostante la povertà delle arene, poiché mostra una palette cromatica molto colorata e da’ sempre l’impressione di farci giocare con un manga. La giocabilità non è complessa ne’ tecnica, risulta adatta a tutti soprattutto a chi non ha voglia di imparare improbabili mezzelune con pigiatura di 27 tasti per scatenare tsunami contro gli avversari. Piacevole la storia, gustoso l’eccentrico roster dei personaggi, anche se terribilmente sbilanciato in favore di quelli che possono colpire da lontano, ma il meglio di se’ lo da’ contro un avversario umano seduto a fianco a noi; giocare online ci ha messo di fronte a ragazzini che ce le hanno suonate di santa ragione senza nemmeno darci il tempo di fiatare. Apprendere le mosse è un istante, padroneggiarle non sarà cosi semplice, nemmeno per le tostissime sfide offline; basti pensare a quelle contro i Ricercati: davvero ardue da portare a compimento.

Pregi

  • coloratissimo, fumettoso e bizzarro: un manga da giocare
  • giocabilità per tutti e di facile apprendimento

Difetti

  • poche arene di combattimento
  • campagna in singolo, breve e limitata
  • roster sbilanciato e non cosi ampio

VALUTAZIONE COMPLESSIVA: 6,5

La recensione di One Piece: Burning Blood è stata scritta e curata da FranX per GameStorm.it, pubblicata il 05-06-2016

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