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Recensione di Kingdom Hearts 3

Titolo: Kingdom Hearts III
Genere: Action RPG
Piattaforma: PlayStation 4 / Xbox One (Testata)
Sviluppatore: SquareEnix
Produttore: SquareEnix
Data di uscita: 29 gennaio 2019

It’s been 3000 years.

È vero, probabilmente citare il buon AZ e il famoso meme a tema Pokémon potrebbe sembrare fuori luogo, ma possiamo dare per scontato quanto i diciassette anni che separano il primo e l’ultimo capitolo di questa apprezzatissima saga rappresentino, in termini di attesa ed aspettativa, nei confronti dei più sfegatati fan della saga. Diciassette anni che, tra numerosi capitoli per console portatili e browser games ormai inaccessibili, sono sembrati davvero interminabili per chi, nel 2005, vedendosi scorrere davanti i titoli di coda di Kingdom Hearts II, si ritrovò a pensare: “non vedo l’ora che esca il terzo episodio”.

Il 29 gennaio 2019, Kingdom Hearts III viene rilasciato, nonostante le apparentemente chiarissime intenzioni presumibili nel leggerne il titolo, in qualità di undicesimo capitolo della saga. Ciò rende quel che avremmo benissimo potuto descrivere come “l’ultimo pezzo di una trilogia” l’ultimo capitolo di una serie di titoli che, per un motivo o per un altro, sono (almeno in terra nostrana) difficili o quasi impossibili da reperire. Kingdom Hearts III si appoggia dunque a tutti gli sviluppi di trama seguiti non solo dagli ottimi capitoli per console portatili (Game Boy Advance, Nintendo DS, PSP e Nintendo 3DS), ma anche da Kingdom Hearts Coded, un gioco per telefoni cellulari, e da Kingdom Hearts χ, un browser game che, dal videoludicamente lontano 2016, risulta purtroppo inaccessibile.

Ogni singolo videogioco frapposto tra Kingdom Hearts, Kingdom Hearts II e il terzo capitolo che, oggi, ci ritroviamo tra le mani, è assolutamente essenziale alla comprensione di una trama che, sebbene diversi ritengano complicata al pari di quella proposta dalla Metal Gear Saga, condivide con quest’ultima essenzialmente il solo difetto di mancata pianificazione: capitolo dopo capitolo, gli sviluppatori si sono ritrovati ad espandere ulteriormente una storia senza avere un canovaccio di fondo già pronto, portando così a confusione e retcon a profusione. Molti sono però stati disposti a sorvolare su questo aspetto, merito anche delle particolarità del gameplay e della licenza Disney, che hanno caratterizzato la saga dal 2002 ai giorni nostri. Undici titoli e diciassette anni dopo, riuscirà Kingdom Hearts III a soddisfare le aspettative dei fan in termini di trama e gameplay?

Sora, Donald and Goofy!

Come abbiamo avuto modo di sottolineare in premessa, Kingdom Hearts III è l’ultimo di una saga che conta ben undici capitoli all’attivo. Un aspetto, questo, assolutamente da non sottovalutare in termini di comprensione di trama: fin dai primi istanti della cut-scene introduttiva, il giocatore è sommerso da innumerevoli riferimenti agli eventi ed avvenimenti dei dieci capitoli pregressi. Riferimenti che, nel caso in cui ci fossimo persi alcuni dei capitoli per console portatili, ad esempio, rischiano di rovinare l’esperienza tanto del neofita che, forte della disponibilità in negozio, sceglie proprio Kingdom Hearts III come punto di inizio per la saga, quanto del fan più “casual”, che ha giocato solo i primi due capitoli per PlayStation 2 (manifestando, magari, una certa confusione già all’epoca, non avendo avuto modo di giocare Kingdom Hearts: Chain of Memories per Game Boy Advance) e che si aspetta, da questo capitolo, il terzo ed ultimo atto di una trilogia contornata da spin-off.

Come è facile intendere, dunque, risulta piuttosto difficile consigliare l’acquisto di Kingdom Hearts III alla prima o alla seconda categoria di giocatori sopra descritta, che potrebbero dunque interrompere la lettura di questa recensione già in questo paragrafo. Ciò, sia chiaro, non per dei demeriti del gioco in sé e per sé, che invece riesce a soddisfare i giocatori più rodati sia in termini di trama che di gameplay, quanto piuttosto per una conoscenza pregressa di cui le due categorie menzionate di videogiocatori farebbero bene a dotarsi prima di correre verso il negozio più vicino per acquistare questo titolo.

Proprio per la mole enorme di conoscenza pregressa necessaria alla comprensione della trama, nonché in considerazione della lunghissima attesa cui sono stati sottoposti i fan della saga, pur dovendo accennare un minimo di dettaglio in termini di trama, useremo le dovute precauzioni onde evitare fastidiosi spoiler ai giocatori che stanno ponderando l’acquisto del gioco o, magari, ne sono già in possesso. Volendo limitarci ad accennare le prime vicende di trama, in Kingdom Hearts III un Sora prosciugato delle proprie energie parte alla volta del Monte Olimpo per chiedere consiglio ad un vecchio amico che, prima di lui, perse e ritrovò le proprie forze in condizioni estreme e particolari. Accompagnato, com’è ormai tradizione, dai fedeli Paperino e Pippo, Sora affronta orde di Heartless e sventa l’ennesimo piano di Ade alle spese degli dei dell’Olimpo. Non avendo ricevuto da Ercole una risposta precisa su come ritrovare le proprie forze, Sora si imbarca alla ricerca di Roxas, il proprio Nobody, nel tentativo di adempiere alla propria missione e recuperare il potere del risveglio.

La trama, che resta nei canoni cui ormai la saga ci ha abituato e che ne segue naturalmente gli sviluppi, si snoda attraverso cut-scene in-engine che, almeno per lunghezza, non possono non ricordare quelle di Metal Gear Solid 4, soprattutto nelle prime fasi di gioco. Nella prima mezz’ora, in special modo, solamente cinque minuti (o poco più) sono stati effettivamente dedicati a sezioni di gameplay. Ovviamente, data la particolare importanza del contenuto narrativo nell’antologia di Kingdom Hearts, sarebbe sciocco aspettarsi una gestione dei tempi differente.

Al di là di quanto appena detto, viene pienamente rispettata la tradizionale visita ai mondi Disney caratteristica della saga: passare nel giro di qualche ora dall’esplorare il Monte Olimpo al gironzolare per la cameretta di Andy rende i ritmi di trama piuttosto scanditi e aiuta, attraverso l’interazione tra i protagonisti e i personaggi Disney collegati ai vari mondi proposti, a passare da una cut-scene lunga a quella successiva senza accusarne eccessivamente la durata. Probabilmente, ciò è anche merito del carisma e della fama di personaggi del calibro di Ercole, Buzz Lightyear, Mike, Sulley e diversi altri.

“Ti sembra il caso di andare in battaglia col Keyblade di Sforza?” “…e quello di Ronaldo era finito!”

A livello di gameplay, tenendo anche a mente le parole di Tetsuya Nomura, Kingdom Hearts III non si discosta eccessivamente dai capitoli per PlayStation 2 che, diciassette e quattordici anni prima, hanno abituato i giocatori ad un titolo prettamente action, dal gameplay facile da cogliere e contornato da diversi elementi RPG prelevati “di peso” dalla serie di successo targata Square, Final Fantasy. Resta dunque presente nel “terzo” capitolo l’impronta hack ‘n’ slash della serie, accompagnata dal guadagno di punti esperienza e dalle interazioni classiche in cui Sora, Paperino e Pippo si destreggiano in fase di combattimento.

Tra le novità assolute apportate da Kingdom Hearts III, segnaliamo le “Attrazioni”, particolari evocazioni che, se utilizzate da Sora, permettono di portare in vita, sul campo di battaglia, uniche e spettacolari attrazioni degne di Disney World, tra galeoni pirata e montagne russe. Se impiegate strategicamente, le attrazioni si rivelano una potente arma in grado di infliggere pesanti danni anche al boss più coriaceo. Altra novità introdotta nell’ultimo capitolo è la possibilità di avvalersi di Grandi Magie: all’invito del prompt a schermo, premendo il tasto corrispondente (Y su Xbox One, Triangolo su PlayStation 4), Sora sarà in grado di scagliare incantesimi ad area dalla potenza dirompente.

Nonostante le diverse novità apportate alla formula di gameplay, però, i combattimenti in generale soffrono dall’eccessiva dipendenza da un sistema di fondo che, volenti o nolenti, resta ancorato a canoni e meccaniche vecchie di almeno una generazione. Fortunatamente, le Attrazioni, le Grandi Magie e la possibilità di cambiare Keyblade nel corso delle battaglie contribuiscono ad iniettare nuova linfa in un sistema di combattimento che, per alcuni elementi, risulta non esattamente al passo coi tempi. Soffrono i primi sintomi collegati alla vecchiaia anche i punti di salvataggio manuale, disseminati in diversi, ma piuttosto lontani, punti dei vari mondi che andremo a visitare nel corso della nostra avventura. Mondi che, in alcuni casi (primo fra tutti, almeno temporalmente, proprio il Monte Olimpo), assumono le sembianze di lunghi corridoi intervallati da alcune aree aperte. Questo elemento, unito alla posizione dei punti di salvataggio, ci serve su un piatto d’argento un (probabilmente) immeritato paragone con Final Fantasy XIII, che ha deluso critica e pubblico anche (ma non soprattutto) per la presenza di simili elementi.

Quando una casa giapponese sviluppa su hardware americano

In una sequela di note dolenti, dovendo ora analizzare il titolo da un punto di vista squisitamente tecnico, Kingdom Hearts non riesce assolutamente a brillare su Xbox One S. È vero che su PlayStation 4 (Fat o Slim che sia), il titolo si difenda piuttosto bene, così come è ancor più vero che, su PlayStation 4 Pro e Xbox One X, Kingdom Hearts III sia una gioia per gli occhi, con effettistica e post-processing all’avanguardia ed un Unreal Engine 4 che lascia a dir poco a bocca aperta. Ma su Xbox One, modelli base ed S, il titolo viene eseguito alla risoluzione last-gen di 1280x720. Un vero peccato, considerando come la soluzione di filtraggio delle texture e quella di anti-aliasing impiegate da SquareEnix sono efficaci solamente nel modo in cui la risoluzione permette loro di essere efficaci.

Una bassa risoluzione, unita a filtri in post-processing che notoriamente sono più efficaci a risoluzioni più alte (e infatti, su Xbox One X, la risoluzione di 2560x1440 restituisce una resa grafica da manuale), rendono questa particolare versione di Kingdom Hearts III la peggiore del gruppo in termini grafici. Le texture sulla distanza subiscono una perdita di dettaglio piuttosto considerevole, specie quelle relative alla pavimentazione. Inoltre, la resa generale è morbida, poco definita e contornata da fastidiose “scalettature”. Il tutto ad un frame-rate che oscilla tra i 35 e i 50 FPS, che restituiscono una sensazione di instabilità generale piuttosto difficile da ignorare. Un vero peccato.

Piccola nota di merito a margine: la colonna sonora orchestrata, oltre alla traccia creata appositamente da Skrillex per il filmato introduttivo, merita una menzione particolare. Le splendide performance d’orchestra si accompagnano perfettamente alle situazioni vissute da Sora e compagni e risultano particolarmente orecchiabili nelle fasi di combattimento.

In Sintesi:

Kingdom Hearts III è, al momento, un prodotto per pochi. Il classico gameplay della saga non è profondamente alterato e resta piuttosto semplice da approcciare, anche da giocatori finora estranei al prodotto di Square Enix e Disney. Ciò che rischia di alienare il giocatore è la trama, che ovviamente si regge sulle vicende raccontate nei dieci capitoli precedenti. È altamente consigliato un riepilogo dell’intera saga prima di immergersi nell’ultimo capitolo della saga di Kingdom Hearts.

La presenza di personaggi di proprietà Disney e Pixar, e la possibilità di visitare i luoghi ad essi collegati, elementi caratteristici della serie, aiuta il giocatore ad immergersi nella trama e a superare, a volte, alcune cut-scenes eccessivamente lunghe.

Il comparto tecnico, di buona fattura nelle diverse versioni del titolo, non riesce a brillare su Xbox One S. L’utilizzo di filtri anti-aliasing e di texture incapaci di rendere al loro meglio per via della bassa risoluzione, unito ad un frame-rate altalenante, rendono il quadro di insieme un’immagine sfocata, poco pulita e contornata da una forte sensazione di instabilità. Ciononostante, Kingdom Hearts III si conferma un degno successore dell’eredità lasciata in diciassette anni dai capitoli precedenti, a prescindere dalla console su cui viene eseguito.

Pregi:

  • La classica formula di Kingdom Hearts, con la presenza degli elementi Disney che abbiamo imparato ad amare.
  • Gameplay facile da comprendere e che presenta alcuni elementi di novità…
  • Colonna sonora di particolare pregio.
  • Il comparto tecnico è di ottima fattura su PlayStation 4 e sulle console “Premium” …

Difetti:

  • Difficile da approcciare per chi decide di affacciarsi per la prima volta alla saga o per chiunque abbia ignorato i capitoli per console portatili.
  • …ma piuttosto anzianotto per gli standard attuali.
  • … ma su Xbox One S soffre di un frame-rate particolarmente altalenante e tendenzialmente basso, risoluzione da vecchia generazione di console e scarsa qualità di filtraggio texture e anti-aliasing.

VALUTAZIONE COMPLESSIVA: 8

La recensione di Kingdom Hearts 3 è stata scritta e curata da KentuckyFriedG per GameStorm.it, pubblicata il 03-02-2019

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