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Recensione di Dragon Ball FighterZ

Titolo: Dragon Ball FighterZ
Genere: Picchiaduro 2,5D
Piattaforma: PlayStation 4 / Xbox One (testata) / PC
Sviluppatore: Arc System Works
Produttore: Bandai Namco
Data di uscita: 26 gennaio 2018

"Drago Shenron, voglio un gioco di Dragon Ball con un’aura potentissima"

Correva il lontano 1991 quando, per la prima volta, il “rifiuto” di una razza aliena, un certo Goku, riusciva a conciliare rabbia e serenità, trasformandosi in un Super Saiyan. In Italia, l’episodio fu trasmesso da Mediaset nel 2000 e, di certo, la nascita del Biondo Guerriero dal cuore puro rimarrà un momento indimenticabile per tutti gli appassionati alla saga di Akira Toriyama (ricordo ancora la puntata in onda sul maxi-schermo, in spiaggia, con annessa esultanza da stadio al fatidico momento, durante lo scontro con Frieza  -ndr-).

In diciotto anni di acqua sotto i ponti ne è passata tantissima, a partire dalla riproposizione costante della serie classica sui canali nostrani, tale da permettere anche alle nuove leve di affezionarsi alle avventure di Goku e compagni, passando per il non canonico GT, per concludere con l’ancora in corso Dragon Ball Super.

Fin dai tempi del NES, anche il mondo videludico si è dedicato ai tie-in dell’opera di Toriyama, con incarnazioni dalla qualità altalenante che hanno raggiunto l’apice del gradimento con Dragon Ball Budokai 3, sviluppato da Dimps e lanciato per PlayStation 2 nel 2004.

Il suddetto gioco è diventato, per elezione popolare, la trasposizione “pad alla mano” per eccellenza, tanto che la community, non pienamente soddisfatta dei vari Tenkaichi, Battle of Z e Xenoverse, ha spesso richiesto a gran voce un Budokai 4.

Bandai Namco, però, aveva programmi diversi: tra i tie-in di Dragon Ball mancava il vero e proprio picchiaduro capace di unire il fan-service a un sistema di combattimento tecnico. Sostanzialmente, qualcosa in grado di offrire al giocatore l’adrenalina della lotta, dove le emozioni date dalle scene iconiche del franchise, le capigliature variopinte delle trasformazioni Saiyan o le mosse speciali, non rappresentavano un mero pretesto estetico ma fossero funzionali al gameplay.

Si trattava di un’impresa ardua. Ma Dragon Ball insegna che è necessario migliorarsi superando i propri limiti.

L’azienda nipponica, raccolte le Sfere del Drago, ha così desiderato:

“Drago Shenron, voglio un gioco di Dragon Ball con un’aura potentissima”.

La richiesta ha fatto comparire i ragazzi di Arc System Works, team di sviluppo con sede a Yokohama, un’eccellenza del genere picchiaduro ad incontri, come dimostra l’ottimo lavoro sulla serie Guilty Gear.

Dragon Ball FighterZ riesce ad appassionare sia i fan dell’opera originale che gli amanti dei videogame di lotta? Cerchiamo di dare una risposta a questa domanda analizzando i singoli aspetti del titolo.

Tre “mini trame”, un’anima e una nuova minaccia

Spesso nei videogame incentrati sul puro combattimento e sul competitivo, la modalità storia assume un ruolo secondario, marginale, talvolta addirittura trascurata dai giocatori. Arc System ha tentato di invertire questo trend, proponendo in FighterZ un plot suddiviso in tre archi narrativi.

Gli eventi si possono collocare durante/subito dopo la saga di Future Trunks e Black in DB Super.  La Terra deve fronteggiare la minaccia dei Guerrieri Clone. La situazione è più grave del previsto poiché la forza dei protagonisti è limitata a causa di particolari onde emesse da un misterioso macchinario.

In questo scenario catastrofico, l’unica fonte di salvezza è rappresentata da un’anima inserita all’interno dei combattenti; il legame stabilito, che si affina gradualmente nel corso dell’avventura, consente all’ospitante di poter accedere al proprio potenziale, altrimenti bloccato.

Chi si nasconde dietro al nuovo pericolo? Chi ha creato i Cloni e il “limitatore di forza”? Di chi è l’anima nobile che combatte nel corpo di Goku & Co.?

Il denominatore comune è il Red Ribbon, già in passato fonte di problemi: come dimenticare il Dr. Gero, gli Androidi e L’Essere Perfetto Cell?

È proprio dai laboratori dell’organizzazione che emerge il personaggio inedito, approvato dallo stesso Toriyama San: l’affascinante Androide 21, accompagnata dal redivivo Androide 16.

Non vogliamo dilungarci oltre sulla trama, per evitarvi spoiler, sappiate, però, che il Gigante Buono, 16, non è l’unico ad essere tornato in vita grazie alle Sfere del Drago; molte facce note faranno parte dell’avventura, compresi i “cattivoni” Nappa, Ginew (e la sua squadra), Cell, Frieza e Kid Bu.

Nonostante un buon incipit e premesse accattivanti, struttura e scelte registiche minano la qualità della Story-Mode, relegandola, come da aspettative, a modalità più debole della produzione.

Dispersiva, confusionaria, non decolla mai, e in poco più di dieci ore (circa tre per arco narrativo) si limita a stucchevoli riproposizioni di scontri tra Player e Cloni.

A questo non giova la discutibile (e spesso inutile) impostazione ruolistica, con tanto di punti esperienza e livelli da scalare, spostamenti delle pedine a turni sulla mappa di gioco, e perk (attive e passive) con cui personalizzare, incontro dopo incontro, il proprio team di combattenti: ritmo e pathos, non eccezionali di base, ne risentono ulteriormente, rischiando di annoiare il giocatore ben prima della fine della modalità.

L’unico incentivo per andare avanti è rappresentato dalla possibilità di ottenere l’Androide 21 (nella sua forma Majin) come personaggio giocabile, al termine delle missioni della Storia.

Ovviamente, e fortunatamente, c’è dell’altro; nell’hub centrale del game (Sala d’Attesa), tramite il proprio personaggio in stile “Chibi”, è possibile accedere anche alle altre sezioni: Tutorial, Arcade, Combattimento Locale e Battaglia Online.

In particolare, per quanto riguarda il gaming offline, riteniamo degna di nota l’Arcade Mode, suddivisa in tre percorsi: “Via del Serpente”, “Estrema Gravità” e “Stanza Spirito e Tempo”. Completati questi, se ne aggiungono altri tre analoghi ma di difficoltà elevata.

Questa risulta fondamentale, in primis per l’unlock di Vegeta e Goku SSGSS. I due guerrieri dai capelli Blu, infatti, ottenibili “senza fatica” come bonus pre-order, possono essere sbloccati da chiunque ottenendo il grado “A” o “S” rispettivamente nei percorsi “Estrema Gravità” e “Stanza Spirito e Tempo”, solamente a livello difficile.

L’alternativa consiste nell'accumulare, attraverso le suddette modalità, Monete di Gioco, gli Zeni, raggiungendo, rispettivamente, quota 300.000Z e 500.000Z (si tratta di una procedura più semplice ma, di certo, non immediata).

Allo scarso charme della storia si contrappone uno spettacolare gameplay che dà il meglio di se negli scontri con la CPU a livelli elevati e nelle sfide in locale e online.

“Guerriero, Dormi…” anzi, ALLENATI

Parliamoci chiaro. Dragon Ball FighterZ non è un gioco semplice e immediato e per questo è maggiormente finalizzato al competitivo: Arc System ha lavorato a fondo sulle meccaniche, dimostrando di aver curato il combat system nei minimi dettagli per dar vita a un roster, forse ristretto (24 lottatori), ma vario e bilanciato.

Ogni incontro si disputa tra due squadre composte ciascuna da tre guerrieri, ognuno di essi estremamente caratterizzato: alcuni più forti negli attacchi speciali e meno nelle combo, altri più adatti al combattimento ravvicinato e sulle prese o ancora personaggi resistenti e lenti che infliggono danni importanti in antitesi con quelli rapidi ma meno potenti.

Il compito del giocatore è quello di studiare al meglio la composizione del proprio team, optando per un assetto difensivo, offensivo o equilibrato. Per riuscire ad ottenere buoni risultati nel competitivo, è quindi opportuno conoscere il moveset, il range d’attacco, l’entità dei danni causati, le combo, l’interazione con i due supporti disponibili e le tempistiche da “Tag-Team”, della squadra allestita.

Ciò nonostante, il team nipponico ha pensato di inserire semplici sequenze di “combo base” attivabili con la pressione ripetuta del medesimo pulsante, attacchi “energetici” inclusi. In questo modo, specialmente in locale contro un player dello stesso livello, il gioco riesce ad essere altrettanto accessibile, senza particolari patemi, anche per i giocatori meno esperti.

Se appartenete a quest’ultima categoria, però, riteniamo sia doveroso avvisarvi: nelle nostre prove online abbiamo spesso incontrato sfidanti ben “forgiati” da sessioni di allenamento e tutorial, contro i quali lo spam casuale dei tasti non è di grande utilità.

“Sugoooi SUGOOOI”

Sul lato visivo, FighterZ è meraviglioso, dotato di un cel-shading di altissima qualità e di animazioni a 60fps conformi a quelle dell’anime. Anzi, se prendiamo come riferimento i disegni della serie Super (soprattutto nelle puntate iniziali), risulta ancora più evidente lo spettacolare lavoro grafico fatto da Arc System Works. Mai, prima d’ora, un gioco di Dragon Ball era riuscito a proporre una tale fedeltà alla controparte animata. Il marchio di fabbrica, o meglio, l’essenza di un Dragon Ball si avverte anche nell’esagerato e accattivante dinamismo dei match, apparentemente caotici, ma solo in relazione ad una frenesia cui è necessario far l’abitudine.

Anche gli scenari, pur non troppo dettagliati, e poco numerosi, offrono un piacevole, colorato e “familiare” sfondo ai combattimenti; grazie a particolari mosse dei lottatori, infine, le ambientazioni possono essere completamente distrutte durante i duelli.

Diverso è invece il discorso concernente le sequenze filmate della modalità storia, rovinate da animazioni legnose, paesaggi parecchio old-gen, e un frame-rate impostato su livelli più bassi e nettamente più instabile.

Per concludere, l’ottimo comparto sonoro, vanta musiche ben selezionate, adatte all’adrenalina della battaglia, e un doppiaggio giapponese perfetto.

In sintesi:

Dragon Ball FighterZ è un ottimo picchiaduro 2,5D, tecnico, preciso, adrenalinico, impegnativo e gratificante. Richiede, tuttavia, una buona dose di pazienza per essere goduto in tutte le sue potenzialità. Nonostante sia apparentemente accessibile, sono necessarie sessioni di allenamento prima di cimentarsi nelle difficoltà più elevate e, soprattutto, nel multi-giocatore online. Peccato per una storia che parte bene e si perde con il suo progredire ma, del resto, non si tratta di certo della modalità principale del titolo di Arc System. Dotato di animazioni incredibili, fedeli a quelle della serie, e forte di un cel-shading fenomenale, possiamo, in definitiva ammetterlo: “Dragon Ball FighterZ ha un’aura potentissima”.

Pregi:                                                                                                                                                             

  • Finalmente l’adrenalina e la velocità degli scontri di Dragon Ball in un videogame.
  • Gameplay curato nel dettaglio, roster bilanciato, ottima caratterizzazione dei lottatori.
  • Livello di sfida eccitante.
  • Esteticamente sublime.

Difetti:

  • Story-Mode troppo ripetitivo con vicende talvolta confusionarie e forzate.
  • Un numero di combattenti non esagerato con qualche assenza importante.
  • Potrebbe risultare impegnativo e poco rilassante.
  • Problemi di frame-rate e qualità complessiva nella modalità storia.

VALUTAZIONE COMPLESSIVA: 8,7

La recensione di Dragon Ball FighterZ è stata scritta e curata da G-PqV per GameStorm.it, pubblicata il 03-02-2018

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