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Recensione di Diablo III: Ultimate Evil Edition

Titolo: Diablo III Ultimate Evil Edition
Genere: GDR/hack’n’slash
Piattaforma: Xbox One
Sviluppatore: Activision-Blizzard
Publisher: Activision-Blizzard
Data di pubblicazione: 19 agosto 2014

Finalmente

Era ora che qualcuno si svegliasse in questa soporifera estate e lanciasse qualcosa da poter esser giocato. Onestamente non ce la facevamo più: nulla di nuovo sotto l’ombrellone e i titoli giunti finora, sono stati ampiamente terminati. I poveri joypad hanno accumulato cosi, polvere e ragnatele; non ricordiamo un periodo tanto sonnacchioso per la next gen che sta vivendo di burst di titoli alternati al nulla. Il risveglio agostano è stato dei più piacevoli poiché uno dei prodotti più attesi è proprio Diablo III Ultimate Evil Edition.

Il male non muore mai

L’abulica estate è finalmente finita con una piacevolissima doccia fredda che ci risveglia all’improvviso (non stiamo parlando delle piogge torrenziali che hanno funestato buona parte di questo periodo dell’anno). Il terzo capitolo della serie Diablo è finalmente sbarcato sulle console di ultima generazione, caratterizzato dall’aggiunta dell’espansione Reaper of Souls, che male non fa. Anzi, il pluripremiato hack’n’slash di Blizzard è ancora più ricco e feroce nel divertimento. Lo stavamo aspettando con ansia e finalmente eccolo qui, il mondo di Sanctuarium è pronto per essere svelato. Piccola premessa per chi non fosse aggiornato: Reaper of Souls integra il mero Diablo III con un Atto aggiuntivo, il quinto, un nuovo character, il tostissimo Crociato, tonnellate di nuovi oggetti e la possibilità di far progredire in nostri avatar fino al livello 70. Snocciolate le statistiche, è giunta l’ora di vedere cosa c’e’…dentro.

Sanctuarium

Sconfitto Baal, al mondo sembrava di poter esser finalmente al riparo dal male, ma gli eventi nefasti non muoiono mai. Il mistico Deckard Cain e la nipote sono i primi ad accorgersi che qualcosa non va come dovrebbe, ma ormai è troppo tardi: un oscuro corpo celeste si schianta sulla cattedrale di Tristram e risveglia orde di demoni richiamati nel mondo da una specie di varco dimensionale aperto dall’asteroide. L’antefatto per richiamarci di nuovo alla battaglia si è compiuto; progredendo nella storia, di certo non memorabile, si scopriranno pieghe inedite della trama, che sveleranno lo scontro intestino tra le forze angeliche e spiegheranno il perché l’angelo Tyrael si trovi nel manipolo di eroi umani che cercano di ripristinare l’ordine del mondo. Banale, molto banale, vero? Non è di certo la narrazione, il punto di forza di Diablo 3, anzi, come scopriremo attraverso i dialoghi, è forse l’aspetto più carente e più ricco di cliché e standardizzazioni varie; un mero escamotage per giustificare il nostro cammino lungo il Sanctuarium, annichilendo ogni cosa incroci il nostro percorso. Difatti molti aspetti della trama rimarranno oscuri e molto confusi, cosi come le ragioni che hanno contraddistinto l’atto extra, il numero cinque. Ci stiamo dilungando oltremodo perché abbiamo dovuto ricapitolare tutta la storia del capitolo 3, per chi non ci abbia mai giocato, sulle vecchie console.

Spacchiamo tutto

C’è chi lo ha definito gioco di ruolo, chi invece action RpG. Non esiste, è un puro hack and slash, si progredisce semplicemente ammazzando tutti i nemici e scoprendo tutti i tesori sparsi in forzieri, cumuli di teschi, rocce, piastrelle, tombe e chi più ne ha, più ne metta. Ogni missione è identica all’altra e si spende parecchio tempo in furibonde mischie e raccolta di armi e oggetti vari tra i quali scegliere il più efficace, vendendo le eccedenze ai mercanti di turno. La cinica sintesi rispecchia tutto quello che avviene nei cinque atti che compongono il prodotto; qualcuno rischierà di annoiarsi, ma dubitiamo che riesca a smettere di giocare prima della fine. Il titolo è magnetico e accattivante, vuoi per l’immediatezza dei comandi, vuoi per la giocabilità esagerata e la continua progressione delle caratteristiche del personaggio utilizzato. La scoperta di tutte le abilità e poteri del nostro avatar sarà pressoché continua e ci impedirà di staccarci se non per mangiare e dormire; noi, infatti, lo abbiamo terminato nel giro di un week end, non siamo riusciti a smettere di giocarci! E siamo tornati indietro nel tempo perché questo Diablo è molto affine, come gameplay, al Baldur’s Gate per PS2: pochi tasti per spazzare via i nemici e le nuove abilità assegnate ai differenti pulsanti, non sono richieste combinazioni impossibili da eseguire, ma solo attendere che le barre di energia delle varie abilità siano piene. Per comodità abbiamo usato il Crociato e, giusto per onore di cronaca, abbiamo terminato il gioco senza mai morire; abbiamo sudato un pochino solo contro il boss finale, il reincarnato Diablo. Questo la dice lunga sulle dinamiche che avvengono in Sanctuarium.  Gli avversari sono stupidi, ci attaccheranno solo in funzione dell’elevato numero di mostri che compongono le legioni demoniache, quello sarà il solo punto di forza degli accoliti del male. La modalità co-op funziona, ed è divertente sperimentare i diversi effetti delle varie classi di eroi; nel mezzo del caos delle mischie è di vitale importanza utilizzare il marcatore per vedere chi siamo, semplicemente premendo lo stick destro. Portata a termine l’epopea del Nefilim, avremo una graditissima sorpresa: Avventura. Altro non è che un ripercorrere in maniera casuale le zone già visitate, affrontando nemici e boss ultra potenziati.

Tra il vecchio e il nuovo

Essendo il titolo, una via di mezzo, un passaggio di testimone forzato tra le console, notiamo che anche ciò che riguarda il sonoro rimane in tema. Questa volta nulla è dovuto all’hardware o alla programmazione, ma solo alla storia. I personaggi pur dialogando seguendo canovacci assurdi e standardizzati sono quantomeno convincenti, cosi come gli effetti sonori che esulano dai soliti clangori di metalli cozzanti. Ci aspettavamo qualcosa in più dalla colonna sonora che, a parte l’epica introduzione, si perde in motivetti anonimi per tornare a buoni livelli sono nell’Atto IV, l’espansione di Diablo 3. Strano, molto strano, ma forse, visto il caos sempre presente a schermo, anche se ci fossero stati temi musicali più interessanti, ce li saremmo persi, con ogni probabilità.

3+1=3

Obbligatorio averlo per chi non l’ha giocato sulle console old gen; chi l’ha fatto, lasci perdere perché, tutto sommato è la stessa minestra arricchita dall’espansione Reaper of Souls. Parlando complessivamente, non abbiamo notato un comparto grafico degno della potenza della Xbox One, Sanctuarium è immenso, coloratissimo, cartoonesco e strapieno di orde in perenne movimento ma niente che ci faccia sussultare sulla sedia. L’estremo appeal del titolo, unito alla giocabilità immediata, rendono Diablo 3 magnetico, capace di annullare non solo i demoni a schermo ma anche i rapporti sociali con amici/fidanzate/famiglie finche’ non lo si è terminato, anche se, a lungo andare emergono gli spigoli dovuti al gameplay per nulla vario: s’incede nel gioco semplicemente spaccando tutto e tutti e skippando i vari, insulsi standardizzati dialoghi. Riassumiamo brevemente: chi non l’ha mai provato, non se lo faccia scappare.

Pregi

  • difficile staccarsi finche’ non lo si finisce
  • giocabilità estrema
  • longevità ai massimi livelli
  • caricamenti quasi assenti

Difetti

  • missioni identiche tra loro
  • grafica old gen
  • prezzo troppo elevato

VALUTAZIONE COMPLESSIVA: 8,5

La recensione di Diablo III: Ultimate Evil Edition è stata scritta e curata da FranX per GameStorm.it, pubblicata il 01-09-2014

Commenti sulla recensione (3)

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Commenti
avatar di giangyyy
01-10-2014
giangyyy

mmm... lo sto giocando esperto (in solitudine...) il mio pg è martirizzato XD cmq penso che recluterò un paio di amici che in coop offline e più divertente che da soli XD

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avatar di G-PqV
11-09-2014
G-PqV

Bello, mi piacerebbe giocarlo su PS4 visto che non l'ho avuto su Old Gen. Però aspetto che scenda un bel po' di prezzo.

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avatar di ozzo
02-09-2014
ozzo

Non avendo ancora una console next-gen non posso che accontentarmi della versione ps3 già goduta tempo fa! effettvamente il gioco prende e quando inizi a giocarci non ti stacch finche non l'hai finito! ... nella recensione c'è scritto che si raggiunge la fine del gioco senza mai morire... beh questo perche il livello base ipostato dal gioco è abbastanza semplice, se si vuole si può aumentare ma ovviamente a quel punto sarà tutto molto più impegnativo. Quando si gioca in multiplayer i nemici aumentano e se non se il arty non è ben equipaggiato e abile si possono prendere veramente tante mazzate! comunque gran gioco, consigliato!

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Diablo III: Ultimate Evil Edition

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Valutazione del gioco 8

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