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Recensione di Assassin's Creed IV Black Flag

Titolo: Assassin Creed 4: Black Flag
Genere: action adventure
Piattaforma: Xbox One
Sviluppatore: Ubisoft
Publisher: Ubisoft
Data di uscita: 22 novembre 2013 

E... One

Ci siamo, finalmente. La nostra prima recensione per la nuova console next gen, siamo emozionati e fibrillanti perché da qui non si torna indietro. Servirà sicuramente del tempo, agli sviluppatori, per rodare bene gli ingranaggi e spingere al massimo delle possibilità la One, cosi come sarà necessario a noi fortunati possessori un po' di tempo per verificare se automatismi creati dalle software house siano degni di nota o meno. Di sicuro alcune meccaniche cambieranno, di conseguenza il nostro approccio con i nuovi videogiochi: tanta potenza di calcolo in più, vorrà pur dire qualcosa che non riguardi solo l'aspetto grafico, no? Bene, ci siamo già dilungati troppo, l'argomento più o meno è già stato toccato in altre sedi; mettiamoci comodi e prepariamoci a gustare il primo titolo (cross gen) pervenutoci. 

La branca canadese di Ubisoft ha, come sempre, sostenuto sfide improbe. Innanzitutto si è cimentata nella ricerca storica per dare più plausibilità possibile alla saga degli assassini; a questa si è aggiunta quella sostenuta per migliorare le cose poco apprezzate nel terzo capitolo. Last but not least, gli sviluppatori hanno dovuto lavorare su un titolo cross generazionale per le varie console. E non è cosa da poco; tirando le somme, il pubblico acclamante il quarto episodio di Assassin's Creed non nutriva particolari speranze. Come spesso avviene in questi casi, succede l'esatto contrario con un trionfante Assassin's Creed IV: Black Flag che dissipa tutti i dubbi con una cannonata.

Barbanera & Co 

Il noto pirata ha poco o nulla a che vedere con noi; ma nemmeno gli Assassini hanno poi molto da spartire con Edward Kenway, il nonno di Connor, il protagonista del terzo, bistrattato, capitolo. E' il caso di dirlo che questa volta è stato il fato a selezionare il nuovo membro della setta bianco crociata. Mai come prima l'eroe è cosi lontano dal Credo che tanto ha caratterizzato i capostipiti. Noi, infatti, impersoneremo un ex corsaro che si è dato alla pirateria (da tener presente che la linea di confine tra corsari e pirati è molto labile, come insegna la storia). Il cambio di rotta unito alla casualità farà di Edward il protagonista degli eventi registrati dall'Animus; un po' com'è successo “parallelamente” all'Abstergo Industries che per aver maggiori introiti si è data all'intrattenimento, sfruttando le storie vissute dagli Assassini. Come al solito, mediante i salti temporali che l'Animus induce, riusciamo a conoscere meglio il pirata Assassino che mollò la moglie incinta per imbarcarsi su una nave corsara diretta verso il mare delle Indie Occidentali per combattere (e depredare) sotto la Union Jack. Tutto finì presto e il suo sogno sembrò andare alla deriva, finche' cominciò la sua carriera da bucaniere e il fato ci mise lo zampino quando, in seguito ad un attacco fallito si trovò su un'isola solo con il capitano della nave avversaria che batte' e derubò di tutto, compreso quello che lo fece divenire un Assassino e che lo coinvolse nella secolare faida con i Templari. Da qui in poi, è facile immaginare il dualismo che ci farà impersonare, alternativamente, Edward e chi ne ricorderà le gesta, mediante l'Animus; in concreto com'è sempre avvenuto negli episodi precedenti. Cambiano le meravigliose località, cambiano gli interpreti, ma non muta il risultato. Abbiamo stringato parecchio quello che dovrebbe rappresentare l'incipit narrativo perché già letto nella recensione per PS3; sapendo che il tedio è sempre in agguato, ci muoviamo oltre lo storybard, addentrandoci nei meandri popolati da loschi individui rappresentanti dell'epoca d'oro della pirateria.  

Da Union Jack a Jolly Roger

Il passo tra i due vessilli è stato davvero breve; l'epoca cui ci troviamo ne ha vissuti parecchi di questo tipo di cambiamenti, da corsaro a pirata e anche viceversa. Il periodo a cavallo tra il XVII° secolo e il XVIII°, grazie alle politiche espansionistiche dei regni europei svilupparono, nel mar delle Antille alla pirateria; corsari che abbracciarono il lato oscuro del mare attratti da più facili guadagni e dalla possibilità di essere indipendenti. La mostruosa ricerca storica di Ubisoft ha realizzato un gioco che ricostruisce quanto più vicino possibile possa essere stato trovarsi in mezzo a quelle canaglie dei mari; romanzata al punto tale da permettere agli sviluppatori di infilarci dentro Assassini, Templari e il terzo incomodo, i Precursori. Questo gioco a tre darà modo a noi, novelli pirati, di impratichirci meglio nelle dinamiche navali perché' per un motivo o per un altro ci troveremo spesso in acqua, alle prese con il nostro galeone Jackdaw. Come scopriremo dalla mappa c'è tanto oceano intorno a noi e le conosciute e strausate meccaniche del gameplay che hanno reso celebre Assassin's Creed cedono in parte il passo alle avventure marinaresche che giocoforza dovremmo compiere per esplorare i Caraibi alla ricerca di tesori e tutto quello che possiamo annoverare tra i cimeli. Il titolo tende cosi a essere più free roaming che mai, con un'ampia scelta di missioni, da affiancare alla principale, che possono essere svolte sia a terra ma soprattutto sul vascello; le battaglie per mare si alternano alle caccie alle balene o a golette da depredare. Le roccaforti sostituiscono le torri da conquistare e i nemici, pesantemente armati e aggressivi ci renderanno difficile la vita anche qualora tentassimo di assaltarli con mortai, dalla lunga distanza. Insomma nuovi automatismi di gioco sono stati introdotti e integrati meglio che in precedenti occasioni perché' danno più respiro alle nostre tattiche e più varietà nelle quest che prevedono una piccola parte manageriale, se cosi si può dire. Non si vive più soltanto di assassinii, ma anche mediante una gestione delle risorse da attuare con attenzione per potenziare la nostra casa galleggiante e tutte le abilità connesse a essa e a noi. Parte centrale alla storia, quella navale, che vede maggiormente caratterizzate le azioni da compiere nelle varie opzioni belliche cosi come il mutevole clima oceanico con disastri marini sempre dietro…l'angolo. Il parco mosse dell'Assassino è stato reso più efficace e molto più “parkour oriented” che in passato proprio perché' non avremo l'architettura fiorentina sotto i piedi ma zone più naturali, piacevole variazione sul tema che aumenta la libertà delle scelte di gioco oltre che un maggior numero di missioni di varia natura da compiere. Subquest che variano dagli incarichi tradizionali agli incontri navali al pedinamento alle fasi più puramente stealth, giusto per citarne alcune. Incarichi che prevedono sempre più l'uso di armi da fuoco più che nei precedenti capitoli, che faranno la fortuna dei più abili tiratori cosi nel single player che una volta “immischiati” nel sempre avulso multiplayer.

Quindici uomini sulla cassa del morto

Avulso, dicevamo, perché' la storia è sola pretestuosa a imbastire pugne online singole e a squadre, ma che non ha nulla cui vedere con quello che possiamo vivere giocando ad AC4 offline. Come sempre si può fare un leggero tuning sull'alter ego da mandare in battaglia e le sfide per le quali possiamo optare sono le canoniche, stra abusate ma sempre piacevoli Dominazione, Branco, Assassinio e Caccia all'uomo. A queste va aggiunto il Laboratorio che ci mette in condizione di creare partite modificando diverse regole e parametri, condividendo con altri la nostra “creazione”; non abbiamo trovato ancora, però, l'offerta multi giocatore per le battaglie in mare aperto e, sempre come nei vecchi AC, l'unico modo che sembra pagare bene è muoversi sempre furtivamente e nonostante continuiamo a sostenere che il comparto online abbia poco da spartire con lo story mode, ogni opzione scelta è sempre intrigante. Vuoi per le skills da affinare e scegliere, vuoi perché' le scelte sono sempre accessibili a tutti, novizi compresi, si potrebbe passare ore e ore ad avventurarsi per la decina di mappe disponibili.

Guybrush Threepwood

Potevamo mai dimenticare uno dei pirati più amati di sempre? Il divertentissimo bucaniere è sempre un caro, lontano ricordo e, nel frattempo la grafica ha fatto passi da gigante. Molti eoni sono passati ormai dalle spassose avventure grafiche che l'hanno visto, quale indiscusso protagonista, calcare i meravigliosi scenari statici d'incantevoli isole; ora gli arcipelaghi caraibici sono sempre meravigliosi e lussureggianti oltre che per nulla statiche. Com'è stato scritto nella recensione per PS3, sulla nostra appena nata One il motore di gioco mostra i muscoli, cosi in mare aperto, cosi sugli isolotti che costellano il mar delle Antille. L'impatto cinematografico è notevole e passeremo gran parte del tempo a strabuzzare gli occhi di fronte alle texture iper definite e fluide senza denotare alcun minimo rallentamento anche durante i più spettacolari, devastanti uragani. La ricchezza delle ambientazioni è quanto di più vicino alla perfezione avremmo potuto aspettarci (chi vuole contare i peli del braccio del protagonista?) e le fresche frasche che seguono i movimenti degli “attori”, se calpestate, sono particolari che possono passare inosservati ma che alla lunga dicono tutto sulla ricerca di qualità voluta dal team di sviluppo. Ombre e luci che stupendamente implementate nel contesto caraibico aumentano la sensazione di essere là, fisicamente; ogni effetto sembra, anzi, è vero! Il design degli scenari, delle mappe, è curatissimo come ogni particolare visto lungo il nostro incedere; le varie roccaforti, le armi, l'architettura in generale possono solo far intuire il mastodontico sforzo di ricerca e di creazione di quel (possibile) mondo; considerando che siamo solo agli albori della nuova generazione di console. Le animazioni dei protagonisti sono fluide e praticamente perfette, solo, ci permettiamo di aggiungere che i modelli sembrano un pochino plasticosi: com'è possibile che la pelle sia sempre cosi lucida? 

D'ora in poi, perché anziché raccontare storie di pirati ai nostri pargoli, non gliene facciamo vivere una, direttamente?

Ahrrrrrr, corpo di mille balene

I Caraibi, nel 1700 erano quasi l'ombelico del mondo; tutti i maggiori regni europei, inizialmente, incrociavano le proprie rotte nei mari attigui e quindi divennero una vera e propria Babele; ci siamo gustati i differenti idiomi in lingue differenti e, leggermente meno la “simpatica” affettazione francese che caratterizza i personaggi d'oltralpe. Abbiamo apprezzato l'interpretazione dei vari doppiatori, che sono stati convincenti come devono esserlo in questo tipo di produzioni. Ci sono piaciuti molto i canti marinari intonati dalle ciurme che altro non fanno che aumentare la realtà, lo spessore del titolo e le musichette d'atmosfera, pensiamo, tipiche di quei tempi; salvo sottolineature imponenti nelle cut-scenes e nei momenti topici.

Edward Kenway

La mosca bianca degli Assassini, il ribelle, carismatico, pirata, mai cosi lontano dal Credo dei predecessori, ha un titolo lui dedicato davvero notevole, che s'incunea a forza nei capitoli centrali della saga, secondo noi i migliori, quelli ambientati in Italia. Cacciare, saccheggiare in un'ambientazione che richiama alla memoria l'eccelso Far Cry 3; nascondersi ed esplorare sott'acqua sono solo alcune delle azioni che potremo e dovremo compiere per metterci in luce tra i più leggendari bucanieri della storia della pirateria. Ambientazioni affascinanti e battaglie navali tanto sognate sono quanto di meglio potevamo aspettarci per iniziare a goderci la nuova Xbox One; purtroppo/per fortuna avremo molto tempo da passare in mare e non sempre c'è qualcosa da fare. I combattimenti sono gli stessi visti in precedenza, anche se un po' più stealth e il maggior respiro dato dal free roaming è forse il quid in più che si separa dalle precedenti storie. La possibilità di governare un brigantino aumenta il “respiro” del titolo, anche se, allo stesso tempo può annoiare perché si passerà parecchio tempo a navigare. Il fatto di esser rimasti ancorati al passato, circa il gameplay, è forse l'unico neo che spicca…cui possiamo aggrapparci. Nonostante questo, è uno dei migliori Assassin's Creed di sempre: un ottimo inizio per la generazione di console che avanza. Non ce ne vogliate circa il voto apparentemente basso, forse avrebbe dovuto essere un bel 9 pieno, ma sfoggiando sempre le simili dinamiche di combattimento, abbiamo preferito aspettare il prossimo capitolo.

Pregi

  • Cinematografico
  • Gameplay di sempre
  • Ricchissimo di contenuti e chiavi di lettura differenti

Difetti

  • Combattimenti molto simili ai precedenti capitoli

VALUTAZIONE COMPLESSIVA: 8.5

La recensione di Assassin's Creed IV Black Flag è stata scritta e curata da FranX per GameStorm.it, pubblicata il 17-12-2013

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Assassin's Creed IV Black Flag

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