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Recensione di Splinter Cell Blacklist

Titolo: Splinter Cell: Blacklist
Genere: action - stealth 
Console: Xbox 360
Sviluppatore: Ubisoft Montreal
Publisher: Ubisoft
Data di uscita: 22 agosto 2013

First, second, third & FOURTH Echelon: ecco la task force sotto la guida di Sam Fisher

Terrorismo? Quale occasione migliore per assegnare a Sam Fisher, per la prima volta, il comando di una task force militare? Nel presente la minaccia viene dal gruppo nominato “gli Ingegneri” la cui richiesta è piuttosto chiara: smobilitare le truppe Americane stanziate nei vari territori pena l’attivazione della BLACKLIST ovvero una serie di obiettivi sensibili che, volta dopo volta, settimana dopo settimana, saranno vittima di attentati  da parte degli eversori. Per smascherare gli Ingegneri è stata allestita appunto la Fourth Echelon, con a capo Sam Fisher, con Charlie Cole responsabile delle tecnologie e delle comunicazioni, Anna Grimsdòttir addetta alla logistica e il maggiore Isaac Briggs, insomma, un’unità speciale che tenterà in ogni modo di contrastare la minaccia. Senza voler “spoilerare” altro sulla trama possiamo però raccontarvi di come da un punto di vista strettamente narrativo il gioco ricalchi i toni del predecessore Conviction, riprendendo ad esempio i temi del rapporto con la figlia Sarah e con personaggi noti delle precedenti avventure. Il tutto in una sceneggiatura che, anche se abbastanza vittima di qualche clichè, riesce, con alcuni colpi di scena, ad appassionare il gamer per circa 10/12  ore di gioco. 

Ciak: AZIONE? Non solo, ecco il ritorno dello Stealth.

I fan della serie, ma soprattutto i players che amano procedere nel game in modo furtivo avranno di che gioire: Sam Fisher ritorna in un game che richiama gli elementi di infiltrazione in incognito tipici del passato. In realtà Ubisoft ha voluto lasciare grande libertà di stile di gioco: ogni player potrà infatti scegliere come affrontare le sfide proposte in tre diverse modalità: Fantasma, Pantera e Assalto. 

Nel primo caso si manifesta al massimo il carattere Stealth del game con la possibilità di aggirare i nemici con un passo silenzioso, evitando completamente il contatto con l’avversario. 

Utilizzando invece lo stile Pantera si mantiene ugualmente un carattere di “semi-invisibilità” con la possibilità di attaccare i terroristi in modo comunque improvviso sfruttando ad esempio gli abbattimenti furtivi alle spalle e, grazie anche al tag&kill, le uccisioni e gli stordimenti  silenziosi. 

In ultimo la modalità Assalto permette di fronteggiare direttamente il nemico, o meglio i nemici, in quanto una volta allo scoperto questi si “moltiplicheranno” rendendo ben più ostica l’avanzata di Sam. In ogni caso al termine della missione verrà attribuito un punteggio a ciascuno degli stili utilizzati. Da sottolineare quindi come, nonostante la libertà offerta, Ubisoft abbia voluto privilegiare l’anima stealth di un titolo che sicuramente non dispiacerà ai puristi del genere, ma d’altro canto si adatterà benissimo anche ai più “immediati” action-gamer. 

Per quanto riguarda gli equipaggiamenti inoltre, ogni missione completata si tradurrà in possibilità di investire in gadget degni del miglior 007 ed in genere permetterà di migliorare il proprio equipment in base allo stile che si predilige. Analizzando l’intelligenza artificiale dei nemici ci sentiamo però di dire che qualcosa in più poteva essere fatta specie se si pensa di affrontare il gioco tentando l’approccio furtivo.

Ubisoft spreme quasi al massimo l’attuale generazione

Come ci si poteva aspettare, Splinter Cell: Blacklist è, da un punto di vista estetico, il capitolo meglio riuscito della serie e si basa sull’utilizzo di un motore “esterno” come l’Unreal Engine. In realtà appaiono evidenti i limiti di questa generazione, come ad esempio momenti di screen-tearing soprattutto nelle sequenze video e con un anti-aliasing a volte non perfetto. Nel complesso il risultato è più che buono con un discreto lavoro sulle texture delle ambientazioni, ricche di caratterizzazione, e dei personaggi principali. Meno buono è il delineamento quando si va verso i characters via via più marginali che appaiono molto stereotipati e abbastanza anonimi. Riuscito è anche il comparto relativo alle illuminazioni degli scenari e all’interazione con l’ambiente, il tutto ad aumentare l’atmosfera di “infiltrazione in incognito” tipica di uno stealth-game. 

Il ritorno di Luca Ward nei panni di Sam

Andando ad analizzare il comparto audio, quello che maggiormente colpisce è il ritorno di Luca Ward come doppiatore del protagonista Sam Fisher. Buone anche le recitazioni dei co-protagonisti, mentre appaiono troppo enfatizzati i doppiaggi dei personaggi minori e, in particolar modo, le parole e i toni dei nemici sembrano ricalcare i luoghi comuni legati al terrorismo, a volte in modo eccessivo e per niente diversificato. Per quanto riguarda la soundtrack invece, non abbiamo notato niente di epico o che ci abbia colpito particolarmente per un risultato sufficiente ma mai spettacolare.

Spie o Mercenari? Scegli la tua tattica per il multiplayer

Il multi giocatore rende il gioco sicuramente più completo. La modalità in co-op permette di svolgere missioni in modo alternativo e accattivante. Per quanto riguarda la sfida online vera e propria ecco un  “Mercenari contro Spie”,assente in Convinction, ripristinato, rivisto e non un semplice retaggio dei vecchi capitoli. Due squadre con caratteristiche totalmente differenti dovranno organizzarsi per avere la meglio l’una sull’altra, anche sfruttando tutte le innovazioni tecnologiche che i players hanno potuto apprezzare già nella modalità “storia”di Blacklist.

In sintesi

Dopo alcuni passi falsi, Ubisoft con Splinter Cell Blacklist, offre un gradito ritorno al passato. Una campagna marketing ben studiata per un titolo che è capace di sorprendere per un’inversione di tendenza e che permette ai player di assaporare quello stealth che si era un po’ perso in cambio dell’azione più frenetica e sicuramente più commerciale. Il tutto però è stato fatto in modo intelligente, mantenendo anche la componente action e dando ai giocatori la possibilità di scegliere l’approccio più adatto alla loro idea di gaming. Qualche luogo comune nella story-line e alcuni elementi approssimativi da un punto di vista “estetico”e sonoro costituiscono dei punti in sfavore, per una valutazione che nel complesso è non perfetta ma, sicuramente, oltre il buono.

Pro:

  • Un ottimo mix di action e stealth.
  • Gameplay vario a seconda del tipo di approccio scelto.
  • Il ritorno di Luca Ward.
  • Multiplayer buono, “tattico” e divertente.

Contro:

  • Alcuni luoghi comuni nella storia.
  • Scarsa caratterizzazione dei personaggi secondari.
  • Qualche pecca grafica di aliasing e tearing.

VALUTAZIONE COMPLESSIVA :8

La recensione di Splinter Cell Blacklist è stata scritta e curata da Gabriele.Eltrudis per GameStorm.it, pubblicata il 04-09-2013

Commenti sulla recensione (1)

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Commenti
avatar di jeanluca
24-06-2014
jeanluca

trovo il gioco bellissimo unico inimitabile io e i miei amici ci passiamo delle intere notti a giocare in online si dalle prime uscite di splinter cell sulla vecchia gloriosa playstation 2 si l'avete capito sono uno sfegatato di splinter cell ho tutta la collezione non ho trovato ancora un gioco che lo superi nel suo genere http://ilportalescorpio.altervista.org

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Valutazione del gioco 9

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