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Recensione di Persona 4: Dancing All Night

Titolo: Persona 4: Dancing All Night
Genere: Rhythm game
Console: PlayStation Vita
Sviluppatore: Atlus
Publisher: NIS America
Data di pubblicazione: 6 novembre 2015

La diffusione dei vari episodi di Persona e i suoi personaggi carismatici sono ingredienti invitanti per altri spin off.. ecco quindi in arrivo Persona 4: Dancing All Night, che sfrutta a piene mani la scia di successo della serie, promettendo di svelare antefatti riguardanti i protagonisti già conosciuti, includendo ogni più profondo dettaglio della loro psiche, le loro paure e i loro sogni.
Il gioco si posiziona temporalmente poco dopo le vicende narrate da Persona 4 e prima di quanto vissuto nello spin off Arena raccontando della misteriosa scomparsa di un gruppo di cantanti, i Kanamin Kitchen, durante un festival, i quali vengono risucchiati nel Midnight Stage, una dimensione parallela in cui i protagonisti di questi episodi dovranno avventurarsi per liberarli.
Tuttavia, al contrario di quanto visto negli altri episodi della serie, nessuno si ferirà in quanto i nemici verranno affrontati a suon di sfide di ballo.

Trama prolissa

Quella appena spiegata è la trama del gioco che, nella modalità Story Mode, accompagnerà le vostre peripezie tra un palco e l’altro. Per quanto l’incipit possa sembrare piuttosto forzato, va detto che la narrativa si articola in modo egregio, con filmati di qualità, dialoghi ben doppiati e una struttura di fondo sempre coerente con se stessa. Peccato solo che anche in questo caso gli sviluppatori di Atlus siano rimasti fedeli alla loro fama che li vede estremamente logorroici, tanto da rendere la modalità Story Mode più una visual novel che un rhythm game. Passerete infatti molto più tempo a leggere i sottotitoli (rigorosamente in inglese) relegando all’azione del gioco vero e proprio il ruolo di comprimario. Nemmeno i dialoghi riescono a contribuire al gioco, in quanto al più vi impegneranno in scelte multiple con effimeri effetti sul prosieguo del gioco.
Peccato, in quanto è evidente che gli sviluppatori hanno investito molte risorse nel mettere in piedi la trama, ma il risultato, soprattutto durante le prime fasi del gioco, quando l’atmosfera tipica della serie tarda a farsi vedere, è paragonabile alla famosa corazzata Potemkin di fantozziana memoria.
Quindi il giocatore medio sarà facilmente portato a skippare a piedi pari i dialoghi, perdendosi così quanto di buono messo in piedi.
Sappiate tuttavia che se sarete giocatori tanto intrepidi da portare a termine lo Story Mode vi aggiudicherete personaggi giocabili extra e brani aggiuntivi.

Gameplay convincente

Ma veniamo, finalmente, al gameplay, che potrete assaporare decisamente più di frequente nella modalità Free Dance. Come accennato, si tratta di un rhythm game in cui lo schermo mostrerà delle stellette scendere (più o meno, come vedremo dopo) a ritmo di musica, dirigendosi verso uno dei sei tasti rappresentati, che dovrete premere al momento giusto: Su, Già, Sinistra, Triangolo, Cerchio e Croce. Ad aiutare ulteriormente ci pensa il posizionamento delle icone su schermo, che rendono il gioco intuitivo e più immediato dopo poche sessioni di gioco.
Di tanto in tanto vedrete due icone collegate da una linea rosa che significa che dovrete premere due pulsanti simultaneamente, mentre la coda verde significa che vi è richiesto di premere a lungo il pulsante corrispondente.
Infine quando vedrete dei cerchi che si estendono sullo schermo significa che potrete aggiudicarvi punti extra interagendo con lo stick analogico. Da notare che ho usato non a caso il verbo “potrete” in quanto questa azione, al contrario delle altre precedentemente descritte, non è obbligatoria ma contribuisce solo ad accaparrarvi bonus, senza penalizzazione alcuna in caso di mancata esecuzione.
Ovviamente l’obiettivo del gioco è quello di inanellare sequenze a ritmo di musica, elevando così l’indice di gradimento fino a richiamare un secondo ballerino sul palco ad esibirvi insieme a voi, elevando così lo spettacolo. In caso contrario, l’indice si svuoterà fino a decretare la vostra espulsione dal palcoscenico.
Portare a termine una sfida vi consentirà di guadagnare monete utili per acquistare costumi e accessori per personalizzare i ballerini, senza dimenticare i nuovi brani da affrontare.

Musica per le nostre orecchie

La sensazione di difficoltà del gioco è piuttosto basso: a parte il livello hard che vi impegnerà abbastanza, propinandovi anche qualche game over, gli altri due se ne vanno lisci come l’olio con l’aggravante di sbloccare tutti i brani sbloccabili minando quindi la motivazione a ripercorrere il livello difficile.
Peccato solo che l’elemento principe del gioco, la musica, non convinca appieno. Se è vero che affronterete brani piuttosto variegati che spaziano dal’hip hop al rap, senza dimenticare la breakdance e il j-pop, va detto tuttavia che non tutti i brani sono adattissimi a tamburellare sul controller. In ogni caso tutte le melodie derivano dalle colonne sonore dei precedenti episodi della serie, remixati a puntino.
Anche la grafica riesce a stupire: i modelli poligonali dei personaggi sono molto ben fatti, animati a dovere e contornati da coreografie e da effetti visivi psichedelici che renderanno lo schermo della vostra PsVita un tripudio di colori, il tutto senza sconto alcuno alla fluidità, che si rivela sempre solida.
Un ultimo appunto per il mancato sfruttamento del touchscreen, nonostante il gioco sia stato sviluppato esclusivamente per PsVita… peccato!

In conclusione...

Persona 4: Dancing All Night è un discreto rhythm game che mostra il meglio di sé nella modalità di gioco Free Dance, in cui sarete tenuti a tamburellare sui tasti della vostra PsVita a ritmo di musica, coadiuvato da un ottimo comparto sonoro e grafico.
Peccato solo per la modalità principale, lo Story Mode, nella quale la trama prende il sopravvento rispetto al gameplay, relegato letteralmente in secondo piano.
Anche il livello di difficoltà e le musiche incluse porgono il fianco alle critiche in quanto il primo risulta essere troppo abbordabile, mentre le seconde sono non sempre adatte al ritmo.
In ogni caso il gioco si merita una piena sufficienza.

Pregi

  • Comparto tecnico encomiabile
  • Gameplay intuitivo e solido…

Difetti

  • …anche se troppo facile
  • Solo 20 brani, non tutti azzeccati
  • Nessuna interazione con il touchscreen

VALUTAZIONE COMPLESSIVA: 7,5

La recensione di Persona 4: Dancing All Night è stata scritta e curata da monsteruno per GameStorm.it, pubblicata il 24-01-2016

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