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Recensione di Syphon Filter: Logan's Shadow


Titolo:
Syphon Filter: Logan’s Shadow
Genere: Azione
Console: PSP
Sviluppatore: SCEI
Publisher: SCEE
darta di pubblicazione: 30-11-2007

 

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Un annetto dopo il lancio sul mercato di quello che è il vero e proprio approdo alla PSP dell’agente segreto Gabe Logan, dopo aver riscosso un meritato successo grazie alla qualità realizzativa di un titolo capace davvero di convincere (Dark Mirror), SCEE ci prova di nuovo, sfornando un ulteriore capitolo narrante le avventure di uno dei più famosi agenti segreti al mondo (secondo ai soli, James Bond, Solid Snake e Sam Fisher).
La trama narra del solito attacco alla solita nave americana (per l’occasione si tratta della S. Helens) mentre si trovava al largo nelle acque nell’Oceano Indiano, attacco compiuto da terroristi somali capitanati dal temibilissimo Ghassan Al Bitar. La nostra vecchia conoscenza mira inoltre ad accaparrarsi una tecnologia distruttiva talmente devastante da permettergli di tenere in pugno le più potenti nazioni mondiali.
A scrivere la sceneggiatura di questo Syphon Filter: Logan’s Shadow (da qui in poi contratto in SFLS), ricca di colpi di scena, flashback e focalizzata sullo stato emotivo di Gabe a seguito del presunto doppio gioco della sua inseparabile compagna d’avventure (Lian Xing), ci ha pensato Greg Rucka, autore di varie produzioni per la DC Comics, come Batman, Gotham Central, Queen and Country e altre ancora. Il risultato è una trama davvero coinvolgente, capace di inchiodare il giocatore allo schermo fino ai titoli di coda.

Varietà

Si inizia con il classico addestramento, in cui Gabe si finge una inesperta recluta per affrontare assieme al giocatore la fase di tutorial, permettendovi così di prendere dimestichezza con i comandi, senza dimenticare l’importante scelta della tipologia di controllo da impiegare. A causa dell’assenza del secondo stick analogico (rispetto alla PS2 e PS3), infatti, SCEE si è dovuta adoperare per permettere a qualsiasi giocatore di prendere dimestichezza con i limitati comandi della PSP. A tal fine vengono proposte alcune varianti di combinazioni di tasti, di cui tuttavia una sola (quella classica, in cui la levetta analogica è dedicata agli spostamenti e la rotazione della visuale viene impartita dai tasti frontali) è davvero apprezzabile e capace di non far sentire più di tanto la mancanza di un secondo stick analogico, mentre le altre si rivelano piuttosto macchinose e poco intuitive.

Presa dimestichezza con i comandi per indirizzare opportunamente il vostro avatar, verrete proiettati direttamente nel bel mezzo dell’azione. Il primo impatto con il gioco è una sensazione di notevole varietà: spesso e volentieri vi troverete ad armeggiare mitragliatrici stazionarie, coordinare assalti con il partner di turno, dirigere le cannonate di un carro armato nella sua avanzata in territorio nemico, impugnare il fucile da cecchino per coprire l’azione di un compagno e così via. A tutto ciò vanno aggiunte le nuove sessioni interattive (alla God of War) che vi imporranno di premere con adeguato tempismo alcuni pulsanti al fine di portare a termine sequenze filmate interattive caratterizzate da un’elevata spettacolarità, così come vanno menzionate le sessioni di combattimento sott’acqua, che saranno caratterizzate da un approccio totalmente differente, in quanto dovrete tenere in conto della velocità dei proiettili scagliati verso i nemici, così come avrete l’opportunità di liberarvi con un solo colpo dell’avversario sparando alla bombola d’aria anziché alla testa. Avrete inoltre la possibilità di combattere sia con la classica attrezzatura da subacqueo (con muta antiproiettile) oppure semplicemente in apnea, con tutte le limitazioni del caso.

Approccio libero

Per il resto siamo di fronte al solito Syphon Filter, quel gioco che lascia totale discrezione al giocatore sull’approccio da utilizzare per proseguire, ovvero utilizzare il metodo silenzioso e invisibile alla Sam Fisher, oppure avanzare con estenuanti sparatorie alla Rambo, approfittando dei numerosi ripari che le ambientazioni offrono. Potrete inoltre utilizzare alcune nuove abilità del vostro Gabe, come agguantare i nemici e servirsene come scudo umano, senza dimenticare la possibilità di sparare alla cieca da dietro un riparo, giusto per impaurire il nemico e costringerlo ad arretrare e concedervi un minimo di tregua.

L’arsenale a disposizione dell’agente Logan sarà, al solito, vario e potente, e include la pistola con silenziatore, mitragliatrici varie e assortite, il fucile precisione, l’EDT (quell’aggeggio che serve a rilasciare scariche elettriche) e il coltello, senza contare le armi che potrete sottrarre ai cadaveri dei nemici abbattuti. Oltre a tutto ciò potrete fare uso dei classici visori notturno e a infrarossi, l’EDSU e il visore notturno dei poveri, la torcia elettrica.

Va contemplata un’altra novità rispetto al passato: la salute di Gabe, al fine di agevolare un tantino il gameplay, ora si rigenera automaticamente dopo un certo lasso di tempo in cui non verrete trafitti da proiettili nemici, un po’ come accadeva in Halo. Grazie a questa nuova aggiunta non sarete più costretti a cercare per le ambientazioni i classici medikit, bensì vi basterà starvene tranquilli acquattati dietro a un riparo.

Il risultato di tutto ciò è un gameplay coinvolgente, coadiuvato anche da una AI dei nemici che si rivela discreta, anche se non brilla più di tanto a causa della loro attitudine a stare un po’ troppo allo scoperto aspettando di essere crivellati dalla vostra potenza di fuoco.

Alcune perplessità trapelano, invece, dalla struttura delle missioni, che talvolta vi obbliga a percorrere avanti e indietro l’area di gioco (comunque tutt’altro che vasta) alla ricerca del modo in cui avanzare, anche se va detto che si tratta di occasioni alquanto sporadiche.


Tecnicamente ottimo

Tecnicamente il gioco spicca per la cura per i dettagli assestandosi su livelli davvero ottimi per la console portatile: Gabe è caratterizzato da una cura realizzativa estremamente convincente, con tanto di espressioni facciali piuttosto ben fatte. Anche le sue animazioni sono piuttosto buone, anche se peccano un tantino in varietà.

Le textures delle ambientazioni si rivelano talvolta ben realizzate (altre volte un po’ meno), mentre le aree di gioco soffrono di un’architettura un tantino spartana, ma comunque accettabile per una console portatile.

Il sonoro si contraddistingue invece per l’elevata qualità della colonna sonora (scritta da Azam Ali, che ha curato quelle di 300 e The Matrix Revolutions) e da un doppiaggio che si caratterizza di alti e bassi.

L’ultima nota, estremamente positiva, infine se la aggiudica il multiplayer, che consente fino a 8 giocatori di sfidarsi su 7 differenti mappe, tra le varie modalità presenti (Deathmatch, Deathmatch a Squadre, Agente Canaglia, Sabotaggio e Recupero).

In conclusione, questo SFLS riesce nell’impresa di convincere e di superare il già ottimo predecessore, Dark Mirror. Da non perdere per gli amanti del genere.

PAGELLA

Gameplay: 8

La possibilità di avanzare silenziosamente o con appassionanti sparatorie, la varietà del gameplay e le sessioni interattive sono le principali caratteristiche di questo Logan’s Shadow.

Sonoro: 8

Il sonoro si contraddistingue invece per l’elevata qualità della colonna sonora (scritta da Azam Ali, che ha curato quelle di 300 e The Matrix Revolutions) e da un doppiaggio che si caratterizza di alti e bassi.

Grafica: 8

Ottima la realizzazione di Gabe, con una buona espressività facciale e una discreta varietà delle animazioni, un tantino spartane le ambientazioni e poco dettagliate alcune textures. Per una console portatile, in ogni caso, si tratta di un comparto tecnico di tutto rispetto.


VALUTAZIONE COMPLESSIVA: 8,5

Dark Mirror ora ha un adeguato successore, capace di migliorare addirittura quanto di buono proposto un annetto fa. Questo Logan’s Shadow rischia di diventare un altro successo.


La recensione di Syphon Filter: Logan's Shadow è stata scritta e curata da monsteruno per GameStorm.it, pubblicata il 26-03-2008

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Syphon Filter: Logan's Shadow

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