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Recensione di inFamous: Second Son

Titolo: inFamous Second Son
Genere: Action
Sviluppatore:Sucker Punch
Publisher: Sony
Data di uscita: 21 marzo 2014

Second Son: il “First Son” della nuova generazione Sony

Nonostante il grande successo di vendite di Sony PlayStation 4, da un punto di vista dei titoli non era ancora presente quella “killer-app” esclusiva che rappresentasse un vanto per gli estimatori della console nipponica.  Presentato il 20 febbraio 2013, in occasione del PlayStation Meeting, inFamous Second Son è a tutti gli effetti il primo vero gioco per la next-gen Sony, tanto atteso non solo dai players che avevano apprezzato i primi due capitoli della serie ma anche da tutti quelli che attendevano quello slancio di entusiasmo necessario per acquistare PS4. E’ quindi inevitabile che la nascita di questo “First Son” abbia suscitato grande attenzione, un notevole hype e aspettative piuttosto alte. Saranno state mantenute? La nostra risposta è “Ni” e vi spieghiamo il perché analizzandone i vari aspetti.

Un bad-boy con il “potere di assorbire i poteri”, carismatico, eccentrico e spiritoso…Anche troppo.

La trama di inFamous Second Son è ambientata a sette anni di distanza dagli eventi del “finale buono” del secondo capitolo della serie. Il DUP (Dipartimento Unificato di Protezione) continua la sua lotta ai conduit, esseri con particolari super poteri ritenuti bio-terroristi. Abbandonato Cole al proprio destino, Sucker Punch decide di puntare su un nuovo protagonista, Delsin Rowe, un “apparentemente normale” ragazzo di 24 anni ribelle e scapestrato, con l’hobby dei graffiti. Il giovane fa parte della comunità indiana degli Akomish, situata nei pressi di Seattle, assieme a suo fratello Reggie, uno sceriffo che più volte ha arrestato “Del” proprio per la sua indole a combinare guai. Tutto sembra procedere tranquillamente in un clima di pace lontano dalle vicende legate al “bioterrorismo”. Questa normalità viene però stravolta quando un veicolo di trasporto conduit del DUP subisce un incidente proprio nelle vicinanze di Deslin e Reggie che decidono di ispezionare la zona in cerca di superstiti. Proprio uno di questi prende in ostaggio il protagonista il quale, al contatto con l’aggressore, ne assorbe il potere, ovvero quello della manipolazione del fumo. Questo rappresenta il primo punto di svolta: il giovane ventiquattrenne scopre infatti di possedere l’abilità speciale di assorbire i poteri dai possessori nativi, divenendo così, a sua volta, un bio-terrorista. E’ in questo momento che fa la propria comparsa Augustine Brooke, conduit convertita a capo del DUP, che con la propria capacità di manipolazione del cemento ricatta e stravolge l’esistenza della comunità Akomish, nel tentativo di estorcere informazioni riguardanti il fuggitivo. Delsin si trova davanti al primo dei bivi morali che caratterizzano l’avventura, dall’inizio fino al capitolo conclusivo. L’obiettivo del protagonista diventa perciò quello di spostarsi a Seattle e di diventare più forte per sconfiggere e assorbire il potere di Augustine  in modo da salvare la propria gente dalle mortali ferite create dal“cemento” della dispotica comandante del DUP. 

Analizzando la storia nel suo complesso, l’abbiamo trovata piacevole e divertente, grazie alla presenza di personaggi carismatici e, il più delle volte, ben interpretati. Ciò nonostante la figura di Delsin sembra troppo spesso in contrasto con i tratti drammatici delle problematiche che affronta. A prescindere dal cammino morale intrapreso, il suo carattere spavaldo e irriverente, tipico del bad-boy moderno, non si scompone nemmeno di fronte a momenti duri rappresentati ad esempio da un omicidio o da un’aggressione alle persone care. E’ vero, per un certo verso, questo costituisce un elemento comune a tutti i capitoli creati da Sucker Punch ma riteniamo anche che, in certe fasi, l’antitesi tra la spensieratezza di Del e gli avvenimenti del gioco costituisca un ossimoro narrativo troppo forzato. 

Inoltre, pur partendo da ottime premesse iniziali, la trama rimane piuttosto ancorata al tipico anti-eroe visto e rivisto, senza particolari colpi di scena e senza un crescendo emotivo apprezzabile.

“Da grandi  poteri derivano grandi responsabilità”…Un po’ ripetitive.

Sulla scia dei predecessori il gameplay del titolo si presenta come un mix di action, hack ‘n’ slash e shooter in terza persona, realizzato nel contesto free-roaming di una Seattle vasta e con ambientazioni interattive e distruttibili. In tutto questo non mancano ovviamente il parkour ed elementi GDR legati ai superpoteri che si evolvono con il procedere dell’avventura e che saranno in totale quattro: Smoke, Neon, Video e Concrete. Non vogliamo aggiungere altro su queste abilità ritenendo che la loro scoperta sia uno dei punti più affascinanti del titolo. Sappiate solo che ad ognuna di esse corrispondono delle determinate azioni principali o secondarie, e una sorta di “mossa finale” visivamente molto bella e notevolmente efficace. Alle missioni della storia centrale, si alternano eventi finalizzati a ripulire i quartieri di Seattle dal controllo del DUP, in modo da permettere a Delsin lo spostamento rapido tra le zone della mappa “liberate”. Questo ovviamente contribuisce a potenziare il protagonista così da rendere più “efficienti” i suoi poteri, in ottica del confronto con la temibile Augustine.

Analizzando gli aspetti negativi troviamo sicuramente una eccessiva ripetitività. Al fascino iniziale subentrano monotonia  e automatismi, brevemente intervallati solo dai momenti in cui si scoprono i nuovi poteri e  le boss-fight, pur mantenendo un buon livello di sfida, non costituiscono nulla di particolarmente intrigante. Inoltre non è possibile usare Delsin in acqua e, quando capita di trovarsi immersi, non vi è nemmeno un’animazione di collegamento che lo riporti sulla terraferma.

La longevità del titolo è di circa 12 ore ma i bivi offerti dalle scelte karmiche gli conferiscono una completa rigiocabilità. Del resto tutti sogniamo di fare gli eroi ma, in fondo, il lato oscuro ci affascina.

La next-gen mostra i suoi poteri.

Da un punto di vista tecnico ci troviamo davanti ad un titolo spettacolare. Fin dai primi momenti di gioco, il modello e le animazioni facciali del protagonista alzano l’asticella della qualità. Se si tiene conto che solo la cuffia di Delsin è composta da ben 7500 poligoni, si capisce quanto Sucker Punch abbia puntato sul colpo d’occhio e sul dettaglio dei personaggi. A questo si aggiunge una gestione cromatica impressionante, che mostra tutto il suo fascino quando si utilizzano i poteri. Seattle è realizzata in modo realistico e, quando capita di trovarsi in cima ad alti edifici, la vista dell’orizzonte è spettacolare. Il team di sviluppo ha curato in modo apprezzabile anche l’aspetto particellare e “atmosferico”. 

I difetti, seppur pochi e trascurabili ci sono. Raramente abbiamo riscontrato  calo di frame-rate anomalo in quanto piuttosto random (non in momenti di sovraffollamento). E’ presente qualche effetto di texture pop-up riguardante le ombre, soprattutto in condizioni di tramonto. Infine le animazioni di arrampicata di Delsin non sono per nulla varie risultando poco armoniche e fisicamente abbastanza improbabili. 

Anche per quanto riguarda il sonoro il lavoro di Sucker Punch è più che buono, con una menzione particolare per il doppiaggio italiano che non ha nulla da invidiare alla controparte inglese, come raramente accade.

In sintesi

Il “first son” della next-gen creato dai ragazzi di Sucker Punch riesce a superare l’esame ma sicuramente non con il massimo dei voti. Se infatti l’estetica è curata al dettaglio e rappresenta un salto di qualità netto rispetto ai predecessori, lo stesso non si può dire per il gamplay, ripetitivo e poco rivoluzionario, tanto da risultare monotono e vecchio. Second Son è un buon titolo ma forse ci aspettavamo qualcosa di più innovativo.

Pregi: 

  • I poteri sono fantastici.
  • Tecnicamente ottimo: colori, animazioni e modelli da next-gen.
  • Discreta longevità tenendo conto anche delle scelte karmiche.

Difetti:

  • Troppo ripetitivo.
  • Il gameplay offre poco di veramente innovativo.
  • Trama carina ma niente di eccezionale.

VALUTAZIONE COMPLESSIVA: 7.5

La recensione di inFamous: Second Son è stata scritta e curata da Gabriele.Eltrudis per GameStorm.it, pubblicata il 02-04-2014

Commenti sulla recensione (3)

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Commenti
avatar di bin laden
31-07-2014
bin laden

io ho finito questo gioco in 5 giorni circa, sia in modalità buono che cattivo, giocando 4 orette al giorno, sinceramente quando l'ho giocato mi sembrava di giocare un titolo per ps3, non credo si possa definire ancora nextgeneration, è un peccato però perchè la trama iniziava bene era interessante, poi dal momento in cui arriva in città diventa ripetitivo e monotono, i poteri bo secondo me potevano lavorarli meglio, cioè con i poteri di prototype davvero mi sentivo un Dio, qui spesso si impacciava e ti uccidevano, bo, dovrebbero lavorarci su meglio per un eventuale seguito.

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avatar di G-PqV
04-04-2014
G-PqV

Rovinata NO, ma di certo si poteva fare qualcosa in più...Del resto un grande gioco non ha bisogno solo della grafica "pompata" ma deve coinvolgere ed emozionare....inFamous non lo fa e rimane sempre sul "carino ma niente di che"....

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avatar di spumante
02-04-2014
spumante

Uff, un'altra serie rovinata? La trama era uno dei punti forti del primo capitolo (un po' meno nel secondo) e c'erano le premesse perchè questo Second Son fosse allo stesso livello, peccato. Graficamente nulla da dire, bellissimo.

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inFamous: Second Son

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