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Recensione di The Witch and the Hundred Knight

Titolo: The Witch and the Houndred Knight
Genere: Action RPG
Piattaforma: PS4
Sviluppatore: Nippon Ichi
Publisher: NIS America
Data di uscita: 4 marzo 2016-03-08

L’impressione generale che si prova nell’istante in cui ci si appresta giocare a questo The Witch and the Houndred Knight (consentiteci di sintetizzare in TWHK da qui in poi) è quella di trovarsi di fronte al trapianto di un sistema di gioco collaudato in un certo ambiente in un habitat del tutto nuovo. Il riferimento è ovviamente all’estrema capacità maturata in oltre un decennio da Nippon Ichi nello sviluppo di RGP strategici a turni (un titolo su tutti, Disgaea), che ha portato gli sviluppatori nipponici (avete apprezzato il sottile gioco di parole tra l’aggettivo sinonimo di giapponese e il nome degli sviluppatori?) a decidere di cambiare rotta per avventurarsi verso nuovi orizzonti quando la saga precedente stava perdendo inesorabilmente appeal.

Da qui la necessità di trovare un nuovo ambito in cui tentare di riversare l’esperienza affinata e messa a punto in anni di successi, il quale non può che essere simile a quello di partenza al fine di poter effettivamente far fruttare la sinergia con il prodotto precedente. Andando per esclusione, un racing non poteva essere, uno sportivo neanche, uno sparatutto nemmeno… rimanevano gli action RPG, giochi che differiscono dal genere di Disgaea per il ritmo incalzante dell’azione che sovrasta le canoniche fasi di meditazione e pianificazione. Peccato solo che nel guadare il genere, il team di sviluppo non sia riuscito ad apportare le necessarie mutazioni al gioco per adeguare la struttura del gioco alle nuove esigenze. Ma procediamo con ordine.

Innesto complicato

Il gioco narra delle mire espansionistiche della strega Metallia, stereotipo della classica irascibile adolescente, la quale vuole allargare i confini della sua palude a scapito delle altre streghe in livera circolazione. Ad aiutarla viene chiamato in causa uno strano essere (voi) il quale viene spedito in missioni per far fiorire particolari pilastri che di fatto estendono i confini della palude. Tali pilastri, i “pillar”, possiedono proprietà magiche e fungono da checkpoint, permettendovi anche di teletrasportarvi.

La prima caratteristica di questo TWHK che appare è l’evidente prolissi con cui vengono narrate le vicende, attraverso filmati che poco si addicono al genere action: invece di trasportare il giocatore nel mezzo dell’azione, qui verrete rapiti da dialoghi lunghissimi, surreali e palesemente forzati, il tutto nel vano tentativo di strappare un sorriso con la solita ironia giapponese che tanto abbiamo apprezzato nella serie Disgaea, ma che qui non riesce ad emergere.

Nemmeno la caratterizzazione dei personaggi riesce nell’intento di risollevare la situazione: a parte la scurrile Metallia, eccessiva anche per essere uno stereotipo, gli altri risultano privi di carisma e caratterizzati in modo superficiale, in netto contrasto a quanto ci aveva abituati Disgaea.

Meglio poche ma buone

Nemmeno immergendosi nell’azione la situazione migliora: il primo impatto col gioco porta a un disorientamento generale, visto il caos dell’interfaccia che appare sullo schermo, diviso tra futili indicatori e quanto altro. L’assenza di tutorial nel vero senso della parola non aiuta a districarsi nelle ore iniziali, fino a quando non capirete da soli quali sono i pochi indicatori che dovrete tenere d’occhio per riuscire nell’intento di sopravvivere. Giocando alle missioni, poco alla volta, percepirete come si tratti di un vero e proprio guazzabuglio di spunti più o meno accattivanti, all’apparenza buttati in ordine sparso all’interno dello stesso pentolone nell’intento di realizzare un minestrone eterogeneo. Peccato che il sapore finale sia il classico amaro in bocca, in quanto se gli sviluppatori avessero deciso di concentrare le risorse nella realizzazione delle poche caratteristiche veramente importanti, il risultato finale sarebbe stato decisamente migliore.

Anche il gameplay non manca di ribadire la sensazione generale: il sistema di combattimento, nonostante sia la parte meglio riuscita del titolo, si basa sulle combo delle armi a disposizione. Dovrete scegliere tra i martelli, capaci di sferrate botte singole e potenti, le lance per attacchi frontali, i bastoni per scagliare magie e le spade per attacchi circolari, al fine di mettere insieme combinazioni di 5 colpi per scalfire i punti deboli dei nemici, ciascuno dei quali maggiormente vulnerabile a una ben specifica tipologia di arma. Peccato solo che la strategia insita in tutto ciò, apparentemente ben studiata, venga però vanificata dall’efficacia di una combo sufficientemente variegata, la quale si rivelerà utile per districarvi in pressoché ogni situazione senza troppi rompicapi.

Tecnicamente inadeguato

Un’altra nota dolente viene dal sistema GigaCal: se nelle intenzioni degli sviluppatori sembra essere un sistema per razionalizzare le risorse, in quanto di fatto si tratta di una barra che si consuma a ogni vostra azione imponendovi di centellinare le risorse, di fatto il tutto viene vanificato dalla presenza dei pillar, con i quali potrete teletrasportarvi in qualsiasi luogo per poi tornare al punto di partenza con l’indicatore pieno al solo costo di un paio di lunghi tempi di caricamento. Peccato, in quanto si tratta dell’ennesima occasione sprecata da una banale leggerezza.

Infine passiamo al comparto tecnico del tutto inadeguato per una console del calibro della PS4: sprites spigolosi e dal discutibile appeal, una realizzazione evidentemente datata, modelli poligonali e textures obsolete, aliasing e qualsiasi forma di inadeguatezza grafica appaiono sul vostro schermo, parzialmente mitigate solo dal sonoro, forte di ottimi brani musicali e da un piacevole doppiaggio in giapponese.

In conclusione ..

The Witch and the Houndred Knight soffre della radicata esperienza di Nippon Ichi nel genere RPG strategico, dal quale faticano a distaccarsi anche nel momento in cui tentano di approdare in altri lidi come gli action RPG.

Una narrativa quanto meno eccessivo e fuori luogo, tanto invadente da essere colpevole del rallentamento del ritmo del gioco, una realizzazione tecnica inadeguata ai tempi correnti e un gameplay confusionario e poco curato causano il votaccio del verdetto finale. Peccato

Pregi

  • Alcuni spunti interessanti nel gameplay…

Difetti

  • … ma mal implementati
  • Narrativa terribile
  • Tecnicamente inadeguato

VALUTAZIONE COMPLESSIVA: 5.5

La recensione di The Witch and the Hundred Knight è stata scritta e curata da monsteruno per GameStorm.it, pubblicata il 14-03-2016

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