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Recensione di Mortal Kombat XL

Titolo: Mortal Kombat X / XL
Genere: Picchiaduro
Sviluppatore: NetherRealm Studios
Publisher: Warner Bros.
Data di uscita: 14 aprile 2015 (MK X) / 4 marzo 2016 (MK XL)

Combattimenti mortali di nuova generazione: il “macabro” fascino del passato in veste moderna

Siamo soliti cominciare le nostre recensioni con una prefazione che permetta ai lettori di capire bene ciò di cui andremo a parlare, che esprima i nostri presupposti per la futura analisi e, soprattutto, che spieghi il background del titolo in questione e l’umore del panorama videoludico mondiale al momento in cui il game viene lanciato sul mercato. Sul brand Mortal Kombat, ci sarebbe poco da dire: siamo infatti consapevoli che qualsiasi videogiocatore abbia, bene o male, seguito le vicende della nota IP nel corso degli anni. Insomma, parliamoci chiaro: quando da piccini, a partire dal 1992 (molti di voi non erano nemmeno nati) si andava in sala giochi con l’intento di mettersi alla prova con un picchiaduro, il primo, fondamentale, dubbio era dove inserire il gettone: “Street Fighter o Mortal Kombat?” Che da un punto di vista più analitico, ora, possiamo tradurre in: “Picchiaduro Orientale od Occidentale”?  I primi MK made in Midway Games erano l’ottima risposta americana ad un genere che era prerogativa tipicamente nipponica. La saga poi, con gli anni, ha attraversato periodi di alti e bassi, con ben diciotto capitoli, tra principali e spin-off, passando per il fallimento di Midway nel 2009 e la rinascita del brand sotto i ragazzi di NetherRealm Studios. A questi ultimi, gli appassionati della serie devono tanti ringraziamenti. Gli americani con sede a Chicago sono riusciti nel 2011, con Mortal Kombat (o Mortal Kombat 9 / IX), a dar vita a un reboot fresco ma dall’animo vintage che non scontentasse i fanatici del picchiaduro ma che, allo stesso tempo, fosse accessibile a chiunque volesse avvicinarsi alla serie. Missione decisamente compiuta con, però, una temibile incognita dietro l’angolo in ottica di un lavoro futuro: il balzo generazionale, ancora più spaventoso quando si è trovata una strada giusta e, di conseguenza, si ha tanto da perdere e poco da guadagnare. Mortal Kombat X rappresenta in pieno tutto questo e le difficoltà che NetherRealm ha dovuto affrontare sono testimoniate, in primis, dalla cancellazione dello sviluppo del game per console old-gen (e i conseguenti malumori delle community).

Piccola premessa: analizzeremo contemporaneamente Mortal Kombat X e XL considerando quest’ultimo una mera estensione del primo. Pertanto, si tratterà di una recensione concernente MK X a cui aggiungeremo l’analisi dei contenuti “extra” offerti da Mortal Kombat XL.

(…E menomale ?che, all’inizio del paragrafo, vi avevamo detto che non ci sarebbe stato molto da raccontare nell’introduzione...)

Splendida follia e magnifica regia: un action movie interattivo, forse un po’ troppo corto

Il decimo capitolo riparte subito forte dove il nono si era concluso. Debellata la minaccia rappresentata da Shao Kahn, grazie alla guerra che ha visto il sacrificio di tanti eroi, la vita sulla terra pareva tornata alla tranquillità, così come i rapporti con l’Outworld, ora guidato da Kothal Khan. Si trattava però di una pace effimera, pronta a essere travolta da nuovi terribili scontri per il potere. La story-line si estende in un arco narrativo di venticinque anni ed è offerta al giocatore suddivisa in dodici capitoli che intervallano sequenze filmate, condite da quick time events, e scontri nei quali s’impersona di volta in volta un determinato personaggio chiave, utilizzato come punto di vista e come espediente per raccontare lo svolgersi delle vicende. Il nuovo temibile avversario è il Dio Shinnok che, costretto a millenni di esilio da Raiden, trova il modo per ritornare e per scagliare la propria, violenta, sete di potere, sulla terra e sul Regno Esterno. Tutto questo è “facilitato” anche dalla guerra civile che sta agitando l’Outworld, con Milena, figlia del precedente imperatore Shao Khan, decisa più che mai a rivendicarne il trono. Anche i vecchi eroi defunti faranno la loro comparsa tra le file del “male” sotto forma di revenant, in altre parole, non morti controllati dai poteri del necromante Quan Chi. La missione di riportare la pace sul mondo degli umani (e non solo) è questa volta affidata sia alle vecchie glorie, come Johnny Cage e Sonia Blade, che alle nuove leve: Cassie Cage, figlia di Johnny e Sonia, Kung Jin, cugino minore di Kung Lao, Takeda Takahashi figlio di Kenshi e Jacqui Briggs , amica di Cassie e figlia di Jax.

Possiamo dire con assoluta certezza che NetherRealm ha realizzato la miglior campagna single player della saga Mortal Kombat. Se pur non di eccezionale longevità (circa tre ore) il tutto è presentato come un action-movie interattivo diretto da una regia ottima e caratterizzato da dialoghi ben scritti e da un sapiente uso delle telecamere. La trama è folle, in pieno stile MK, ma è allo stesso tempo credibile (nel contesto) e ben articolata. L’ottimo comparto tecnico e una buona recitazione italiana lo elevano alla pari di un intrigante film in digitale. Peccato che, in determinati momenti, quando l’azione si fa più frenetica, le cutscene siano affette da un vistoso calo di frame-rate che ci ricorda di essere alle prese con un videogame e non al cinema.

Non solo torri: una vasta mole di contenuti single player e online per un divertimento assicurato

La modalità storia è affiancata da un’ampia quantità di contenuti offline, alcuni caratteristici della serie altri interessanti e innovativi. Tra i primi troviamo le Torri “tradizionali”. Quella “Klassica”, che è in sostanza il tipico Arcade Mode, propone una carrellata di dieci avversari e culmina con il boss finale e la cutscene conclusiva del personaggio con cui si effettua la scalata. Vi è poi quella in cui ogni scontro è caratterizzato dalla presenza di modificatori random ed è appunto chiamata “Prova la Tua Fortuna”. Vi sono poi le Torri “Senza Fine” e “Sopravvissuto”: la prima propone una lista infinita di avversari e lo scopo è quello di realizzare il punteggio più alto possibile, mentre nella seconda si dovranno sconfiggere i diversi nemici con un’unica barra di energia vitale, la quale non si ricarica dopo gli scontri.

“Prova la Tua Forza” è invece quella in cui il player deve caricare il colpo tramite una rapida pressione dei tasti per poi scagliarlo contro il mal capitato oggetto da infrangere che, stage dopo stage, diventa sempre più resistente.

A queste si aggiungono le tre scalate “Viventi” che, grazie alla connessione online, si aggiornano periodicamente:

Oraria - propone cinque avversari e modificatori di combattimento che cambiano ogni ora.

Quotidiana - otto avversari e modificatori di combattimento che cambiano ogni giorno.

Principale - quattordici avversari e modificatori di combattimento che cambiano ogni settimana.

Tra i contenuti innovativi troviamo invece la Kripta, che si presenta in edizione rivisitata: non è una semplice “bacheca dei trofei”, ma offre una sorta di mini-gioco a se in prima persona, basato sull’esplorazione e sui QTE e condito da momenti scare jump ed elementi sbloccabili.

Vi sono poi chiaramente le possibilità offerte sia da multiplayer locale sia da quello online, dove entra in gioco anche lo scontro tra fazioni. All’inizio del game, infatti, viene chiesto al player di scegliere uno dei cinque gruppi con cui è possibile schierarsi: Lin Kuei, White Lotus, Brotherhood of Shadow, Black Dragon e Special Forces. I dati sono poi caricati sui server globali ed entrano a far parte delle dettagliate statistiche di MK X. Ovviamente si può partecipare a scontri online sia classificati che “amichevoli” e vanno dai semplici versus alle battaglie a squadre passando per le sfide di Fazione. In tutto questo abbiamo riscontrato un matchmaking un pochino lento ma piuttosto accettabile mentre il net-code, apparentemente buono, pecca di tanto in tanto a causa di un lag che, se pur minimo, a livelli di gioco più competitivo causa evidenti problemi di timing. Il gameplay, anche online, resta assolutamente adrenalinico e il divertimento non manca mai.

Un ottimo gameplay “occidentale” - TRIPLA A: Adrenalinico, Accessibile e Adatto anche ai pro

Nel corso degli anni Mortal Kombat sì è distinto per essere il picchiaduro occidentale che contrastava maggiormente lo strapotere nipponico su questo genere di videogames. Il gameplay di questo decimo capitolo (e per certi versi anche del precedente), è però di valore assoluto a prescindere dalla scuola di pensiero, orientale o occidentale che sia. Si tratta, infatti, di un gioco che sa essere easy per chi si vuole divertire senza troppo impegno ma che, allo stesso tempo, rappresenta una valida e competitiva sfida per i giocatori più hardcore, quelli maggiormente affezionati ai tecnicismi. Analizziamo ora il perché di questa “duttilità” prendendo in esame i diversi aspetti del sistema di gioco.

I comandi sono semplici: a ogni tasto frontale corrisponde il colpo con un arto mentre ai dorsali sono affidate la parata, le prese e le diverse mosse da effettuare una volta caricata la relativa barra. Gli attacchi speciali sono facili da eseguire e realizzabili con la basilare successione di pochi tasti: giù-avanti-pugno, dietro-avanti-calcio e così via. Possono inoltre essere combinati con il relativo dorsale realizzando, a discapito di una parte della barra caricata, una special più forte. Lo stesso discorso lo possiamo fare per le combo e le fatality, meno complesse e accessibili anche a chi si avvicina al brand per la prima volta. Esistono addirittura le fatality “facili” che però comportano la spesa di un “gettone”. Descritto così, Mortal Kombat X può sembrare un gioco da ragazzi ma la sua bellezza risiede anche nel fatto che tutto quello che abbiamo detto sopra, può essere utilizzato in modo decisamente più professionale da chi ama entrare nel dettaglio, concatenare le mosse, studiare posizioni, distanze e tempismo di esecuzione ideali. Insomma c’è spazio anche per lo zoning, con personaggi più abili con gli attacchi da distanza e altri con le “botte” ravvicinate, possiamo vedere realizzatori di combo cimentarsi nell’arte (fastidiosa) dello juggling, esperti del timing in grado di calcolare, in base alla mossa del nemico, quando attaccare e quando difendere e così via. Ergo, Mortal Kombat X sa essere un gioco molto tecnico: magari in questo ambito non raggiungerà i livelli dei massimi esponenti orientali ma, pur mantenendo il suo carattere commerciale, si difende egregiamente.

Tra le aggiunte di questo secondo capitolo della “nuova” saga troviamo il ritorno, direttamente dal lontano Mortal Kombat: Deadly Alliance, della possibilità di selezionare per ogni combattente tre differenti stili ognuno dei quali permette di ottenere caratteristiche peculiari, da quelle adatte ai giocatori più difensivi a quelle che faranno gioire gli amanti dell’attacco frenetico. Ogni scelta non cambia totalmente il personaggio ma modifica, in parte, il set di mosse a disposizione rendendo più duttile il “Kombattente”. Spesso, inoltre, uno di questi tre stili è associato all’utilizzo di un’arma. Tutto questo fa sì che venga limitato il counter-pick molto frequente nei capitoli precedenti, alias la selezione del guerriero più adatto per contrastare le particolari mosse di un altro. Il player può così scegliere il proprio preferito e variarne semplicemente lo stile.

Per quanto riguarda il roster in Mortal Kombat X abbiamo a disposizione ventiquattro lottatori, con Goro che poteva essere ottenuto preordinando il game. A questi si aggiungono poi i guerrieri acquistabili tramite DLC.

La versione da noi testata, ovvero Mortal Kombat XL comprende oltre ai personaggi base anche Goro e tutti quelli rilasciati successivamente nei Kombat Pack 1 e 2. In questa edizione extra large la scelta è ampliata a trentadue lottatori. Tra questi c’è anche la particolarità legata a Triborg, l’unico personaggio che possiede quattro variabili di combattimento: Cyrax, Sektor, Smoke Cyborg e Cyber Sub-Zero.

Per quanto riguarda il bilanciamento non abbiamo trovato nessun personaggio “over power”. Sì, alcuni sono più semplici da approcciare di altri, alcuni hanno mosse a distanza decisamente poco “simpatiche” rispetto ad altri, ma gli sviluppatori hanno pensato bene di equilibrare la situazione per evitare lo spam di determinate moves. Infatti, ciò che apparentemente può sembrare più fastidioso non sempre è più efficace e, alle volte, è sufficiente un classico montante per scoraggiare lo spammer di turno (giusto per fare un esempio).

Concludiamo citando le final moves che si dividono in “Fatality”, che annoverano anche le “Faction Fatality”, e in “Brutality”, che includono anche le “Stage Brutality”. Al contrario delle prime, che necessitano la sequenza di tasti alla comparsa del caratteristico “Finish Him”, per eseguire una Brutality è necessario terminare un incontro con una determinata mossa realizzando così un’uccisione macabra ma più sbrigativa della Fatality.

Infine, da inJustice, NetherRealm riprende le interazioni con gli stage, interessanti e divertenti da utilizzare ma meno incisive (ed è un bene) rispetto a quelle presenti nel titolo dei personaggi DC.

L’intelligenza artificiale è buona, pecca solo nella gestione della difesa contro alcune combo che “entrano” troppo spesso anche a difficoltà elevate.

Lo spettacolo si tinge di rosso sangue

Mortal Kombat X è esteticamente ottimo. Lo stile grafico si sposa benissimo con il carattere del game: dinamico, adrenalinico, violento e condito da tanto sangue. Movenze meno legnose rispetto al capitolo precedente danno nuova “naturalezza” a combattimenti dannatamente rapidi e folli che si destreggiano tramite animazioni spettacolari e che devono necessariamente essere state realizzate attraverso un lavoro certosino e una cura dei dettagli importante. Le arene da combattimento non sono tantissime ma, vive e dinamiche, offrono un colpo d’occhio incredibile. I combattimenti sono fluidi con un frame-rate stabile, caratteristica fondamentale in un picchiaduro.

Ci sono poche cose che non convincono, come ad esempio diversi modelli facciali e alcune animazioni dei volti durante la campagna in singleplayer e le sequenze filmate in generale. Sempre nella modalità storia siamo incappati in vistosi cali di frame-rate durante le cutscenes.

Il doppiaggio italiano è sicuramente migliore rispetto a quello di Mortal Kombat 9 e il comparto audio nel complesso è positivo.

In sintesi:

Mortal Kombat X / XL è, SENZA DUBBIO, la migliore risposta occidentale di sempre ai picchiaduro nipponici ma soprattutto è dannatamente divertente e questa è la caratteristica principale che un videogame deve possedere e che forse, con gli anni, si è andata un pochino a smarrire. Accessibile e adatto sia ai “beginner” che agli “hardcore”, offre un grado di sfida variabile. I ragazzi di NetherRealm sono riusciti a migliorare il già positivo MK 9 e l’unica pecca importante è da ricercare nella copiosa presenza di DLC a pagamento. Se consideriamo però Mortal Kombat XL, variante con tutti i personaggi e tutti i contenuti rilasciati post lancio, allora non sappiamo dove appigliarci per criticare il game. Rimane un minimo di legnosità e l’assurdità caratteristica della serie che, ad alcuni, potrebbe anche non piacere (ci chiediamo come sia possibile). In ogni caso, era da tanto che un gioco non ci divertiva così anche in singleplayer.

Pregi

  • Divertentissimo e accessibile ma…
  • Campagna single player alla pari di un action-movie interattivo ma …
  • Esteticamente ottimo ma…
  • Grande quantità di modalità sia offline che online.

Difetti:

  • …potrebbe essere criticato dai puristi del picchiaduro proprio per la sua “commercialità”.
  • …vittima di cali di frame-rate e non troppo longeva.
  • …alcune caratterizzazioni e animazioni facciali stonano con la qualità visiva generale.

VALUTAZIONE COMPLESSIVA MK X: 8
VALUTAZIONE COMPLESSIVA MK XL: 9

La recensione di Mortal Kombat XL è stata scritta e curata da G-PqV per GameStorm.it, pubblicata il 12-03-2016

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Mortal Kombat XL

  • Immagine della copertina del gioco Mortal Kombat XL per PlayStation 4
  • Data di uscita:
    04-03-2016
  • Categoria:
    picchiaduro
  • Disponibilità per:
    XONE PS4
  • Popolarità:
    1.61 %

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Valutazione del gioco 8.5

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