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Recensione di Mass Effect: Andromeda

Titolo: Mass Effect: Andromeda
Genere: Action RPG
Piattaforma: PlayStation 4
Sviluppatore: BioWare
Publisher: Electronic Arts
Data di uscita: 21 marzo 2017

La nuova Galattica e coraggiosa avventura di BioWare

Era il 2012 quando uscì Mass Effect 3, il capitolo finale di una trilogia straordinaria targata BioWare, che ci ha portato nello spazio più profondo e inesplorato attraverso un lungo viaggio in compagnia di personaggi indimenticabili tra i quali il famoso Comandante Shepard, protagonista indiscusso di uno dei migliori videogiochi degli ultimi anni, e il suo incredibile equipaggio. Da allora sono passati cinque anni ma quei protagonisti, quei luoghi, la nave spaziale Normandy sono rimasti per sempre impressi nella memoria di chi ha profondamente amato quel titolo.

Ecco perché decidere di ricominciare daccapo, di abbandonare una via conosciuta e di sicuro successo in favore di nuove strade è stata sicuramente una scelta coraggiosa da parte del team di BioWare, che ha voluto così rivoluzionare uno dei suoi brand di maggior successo, portandoci in una galassia nuova e sconosciuta, dove vivere nuove storie, intrecciare nuovi rapporti e soprattutto conoscere un nuovo protagonista.

Una sfida audace e folle che ci trascina verso mondi sconosciuti a bordo della nave spaziale Tempest, alla ricerca di un nuovo inizio per l’umanità tutta. Noi abbiamo deciso di raccogliere la sfida e, per una volta, di lasciare da parte il Comandante Shepard e il suo equipaggio per uscire definitivamente dalla via Lattea e iniziare un’inedita avventura nella galassia di Andromeda alla scoperta di uno spazio interstellare ancora più buio e più lontano.

Un’avventura interstellare

Il nostro viaggio inizia nel 2819. Il Concilio della Cittadella ha deciso che è arrivato finalmente il momento di esplorare mondi fino ad ora sconosciuti al fine di portare la vita umana in altri pianeti, nella galassia di Andromeda. 

Sarah Ryder e suo fratello Scott, figli del Pioniere, sono tra i ventimila fortunati che hanno viaggiato in condizione di criostasi per oltre 600 anni nello spazio profondo per risvegliarsi una volta arrivati vicino al nuovo pianeta da colonizzare.

Prima però di buttarci a capo fitto nella nostra avventura siamo chiamati come sempre a caratterizzare i personaggi attraverso la scelta del loro aspetto fisico. Rispetto ai capitoli passati, definire l’aspetto del nostro protagonista (e non solo…) sarà più facile e immediato anche se, come sempre, renderlo il più simile possibile all’ideale estetico che abbiamo immaginato per anni nella nostra testa non sarà cosa semplice. Possiamo comunque modificare diversi parametri come forma del viso, acconciatura, colore della pelle e degli occhi, grazie ad un editor immediato e per nulla complicato e così lasciare da parte Sarah e Scott preconfezionati che risultano davvero poco affascinanti e troppo statici.

Questa volta, inoltre, non dovremo scegliere tra essere un Eroe oppure un Rinnegato ma soltanto come sviluppare la nostra umanità in una crescita del personaggio che si evolve con la storia stessa del gioco. Il protagonista, uno dei fratelli Ryder, e il nostro equipaggio formato da sei persone appartenenti a razze aliene diverse, saranno quindi chiamati a compiere questo lungo e insidioso viaggio per portare la razza umana verso inesplorate frontiere.

Che il viaggio abbia inizio

Dopo 600 anni dalla fine dell’ultimo Mass Effect una nuova vita ci aspetta. Abbiamo lasciato la Via Lattea per arrivare nella nuova Galassia di Andromeda e cominciare una nuova avventura che nulla ha a che fare con la precedente trilogia. In questo modo BioWare fa capire chiaramente che intende dare nuova linfa vitale a questo brand, scegliendo uno scenario completamente inedito e personaggi nuovi di zecca anche se qualche piccolo richiamo ai primi tre capitoli non mancherà, come potranno facilmente notare tutti gli appassionati della saga.

Chiamati ad impersonare uno dei due gemelli Ryder (saremo noi a scegliere se essere Scott o Sarah), ci troveremo ben presto a dover fare i conti con la dura realtà che ci circonda. Nei panni del Pioniere, non tarderemo a renderci conto che Andromeda non è quell’eden che l’equipaggio sperava di trovare ma piuttosto un inferno dove la vita umana sembra impossibile. Ci scontreremo sin dall’inizio con una forza oscura chiamata il Flagello per poi imbatterci nei Relictum, una razza robotica che, attraverso nuove tecnologie a noi sconosciute, sta rendendo i pianeti della galassia di Andromeda completamente inadatti a qualsiasi forma di vita. Come se non bastasse, a rendere ancora più difficile la nostra missione sarà anche la razza aliena denominata Kett che, come noi, sta cercando di capire cosa sia il Flagello e come si muovono i Relictum e, per questo, non vede di buon occhio il nostro arrivo.

L’incipit, si sa, non è mai il punto di forza del team BioWare, eccezion fatta per Mass Effect 2. Tuttavia, nonostante la storia parta un po’ a rilento, è innegabile l’emozione che proveremo una volta che ci sarà assegnata la nostra nave spaziale, la Tempest, completa di quello che sarà il relativo equipaggio. Una volta saliti a bordo potremo finalmente dire “che la nostra avventura abbia inizio” e, come sempre, esplorare lo spazio ci regalerà più di un’emozione. I fan storici della saga proveranno un brivido di piacere nel rivedere le razze già note come i Turian, i Salarian, i Krogan e le Asari. Scopriremo ben presto, ad esempio, che Ryder conosce le famose rovine Prothean, oggetto di studio della dottoressa Tali T’Sora.

A questo punto sembrerebbe che questo gioco possa davvero offrirci un’avventura straordinaria. Peccato che in parte non sarà così, almeno non fino in fondo, tanto che definirla “splendida ma incompiuta” non è sbagliato. 

Le relazioni interpersonali tra i vari personaggi risultano sempre troppo superficiali e, a tratti, troppo immediate e poco approfondite. Tutto sembra essere trattato con estrema leggerezza e quel respiro epico che caratterizzava la trilogia originale qui si perde nei meandri di sottomissioni troppo numerose (e spesso poco coinvolgenti) e di dialoghi non sempre all’altezza delle aspettative. Non fraintendiamo: i dialoghi sono tantissimi (forse troppi) ma, al contrario delle aspettative, non sempre catturano l’attenzione.

Purtroppo si tratta di un problema che affligge anche i rapporti con i sei membri principali del nostro equipaggio, quelli, per intenderci, con cui dovremo passare tante ore di gioco e che, per evitare sintomi di pesantezza, non dovrebbero mai risultare banali. Nonostante le loro storie personali siano, in generale, interessanti e coinvolgenti, sono orfane di quel piccolo extra che le renderebbe perfette. Naturalmente, approfondire un rapporto piuttosto che un altro porterà ad una concatenazione di eventi riguardanti i vari personaggi che andranno a sfociare principalmente nelle missioni di lealtà, un ottimo punto a favore di questo titolo.

Inoltre, vedremo cresecere il protagonista con il progredire della storia. Scott e Sarah Ryder acquisiranno consapevolezza di ciò che li aspetta e della loro missione. Quell’aria quasi scanzonata che li caratterizza all’inizio, quando vengono risvegliati dalla criostasi, si attenua col tempo e con la presa di coscienza del proprio ruolo: dai nuovi Pionieri, dipende il destino dell’intera Galassia.

Vero neo dell’intero gioco le tanto discusse e deprecate animazioni facciali, davvero poco curate e scadenti tanto da risultare un vero e proprio passo indietro per l’IP se si pensa che già nel capitolo finale della trilogia si era avuto un netto miglioramento in questo senso: era lecito, a questo punto naturale, aspettarsi qualcosa di più ed in linea con le sempre crescenti aspettative dei videogiocatori che, con l’arrivo della next-gen, sono diventati oltremodo esigenti.

Il motore Frostbyte non è riuscito a fare un buon lavoro in questo senso ma va detto che, alla fine, dopo diverse ore di gioco, questo fastidioso aspetto passa in secondo piano a favore di un viaggio nello spazio sempre più immersivo e avventuroso.

Infine, va detto che scegliere un dialogo oppure un altro ci aiuterà a far crescere il nostro protagonista tracciando una via ben precisa. Niente dilemmi morali ma solo un Pioniere che acquista consapevolezza dei suoi mezzi, svelando segreti che riguardano la sua famiglia e interagendo in maniera sempre più approfondita con SAM , l’IA presente in Mass Effect: Andromeda.

Mettendo insieme tutto questo possiamo dire che, a livello narrativo, pur con qualche momento di stasi, questo titolo ci regala una storia ben riuscita anche se orfana di quel senso di infinito e di epicità che ha caratterizzato la famosa trilogia. Pur rinunciando a personaggi iconici come il Comandante Shepard a favore di un protagonista che cresce con la storia e che, anche se non è l’eroe che tutti ci saremo aspettati, l’avventura nella nuova galassia e Ryder restano comunque impressi nelle nostre menti e ci fanno ben sperare per un prossimo capitolo di questa saga sci-fi che ha ridisegnato i confini dei videogiochi spaziali.

RPG o Action? Questo è il dilemma

Sicuramente uno dei punti a favore di ME: Andromeda è rappresentato dal combat system più dinamico e immediato rispetto a quello dei precedenti capitoli. Questa volta siamo di fronte ad un gioco più action che non perde comunque la sua componente ruolistica.

La visuale in terza persona, il salto, la schivata e l’ingaggio alla lotta più immediato ci danno la dimensione di come, questa volta, siamo di fronte ad un titolo fortemente votato all’azione. La scelta delle armi avviene attraverso un menù di scelta rapido e intuitivo che mette in pausa il gioco e ci dà la possibilità di decidere con quale equipaggiamento affrontare il nemico.

Il jetpack ci permetterà di compiere salti elevati, di rimanere sospesi per alcuni secondi anche mentre spariamo sul nemico e di compiere scatti immediati che potranno tornare utili per fuggire quando la nostra salute si abbassa. Il cover-system è immediato e automatico: sarà sufficiente avvicinarsi ad una roccia o ad un muro che il nostro personaggio si riparerà dietro ad esso senza alcun tasto da premere.

Durante i combattimenti tutto si svolgerà in maniera molto dinamica, quasi frenetica e, non di rado, i nemici ci arriveranno addosso da diverse parti della mappa mentre i nostri alleati agiranno in completa autonomia (anche se potremo decidere le loro posizioni in caso di attacchi da più lati).

L’IA dei nostri nemici non va sottovalutata perché loro si muovono in continuazione e ci costringeranno a continui cambi di posizione.

Inoltre, dopo gli scontri e le varie battaglie, otterremo punti esperienza utili per far progredire il nostro personaggio e punti abilità che ci permetteranno di aumentare le statistiche delle tre categorie dello skill-tree di Scott o Sarah Ryder, ovvero Biotica, Combattimento, Tecnologia. Ognuno di questi tre aspetti ha, a sua volta, diverse abilità che sbloccheranno via via i sette profili del protagonista dandoci così l’opportunità di scegliere, di volta in volta, come affrontare la nuova battaglia che ci aspetta. 

Sarà molto utile anche lo scanner in nostro possesso che ci permetterà di analizzare ciò che ci circonda studiando l’ambiente di gioco, raccogliendo dati che ci permetteranno di avere ulteriori bonus e punti utili per acquistare progetti per le armi e le corazze (che potremo realizzare dopo aver trovato tutti i materiali necessari alla loro realizzazione) e scegliendo così anche l’approccio migliore ad un eventuale scontro con alieni non propriamente ospitali.

Veloce, letale, divertente, il combat system di Andromeda è probabilmente il più riuscito dell’intera saga con buona pace di quei fan che avrebbero preferito un titolo più votato al gioco di ruolo che all’azione.

Lontano nel tempo e nello spazio

L’esplorazione, come sempre, in Mass Effect è il punto focale dell’intero gioco, la sua cifra caratteristica. Spostandoci in una nuova galassia a noi sconosciuta, saremo chiamati a viaggiare verso nuovi pianeti, non tutti esplorabili ma tutti molto interessanti.

Su quelli dove sarà possibile attraccare con la nostra Tempest, troveremo ad attenderci diverse quest e sub quest, ambienti  molto variegati che mutano tra gli estremi dei ghiacciai eterni e dei deserti senza fine, e scontri non sempre facili, dove morire non sarà poi un’opzione così remota. Va detto che non tutte le sottomissioni sono davvero interessanti e, non di rado, ci capiterà di notare una certa ripetitività visto che sono tante e porteranno via diverse ore di gioco. Saranno presenti anche alcune missioni secondarie molto interessanti che si andranno a legare alla storia principale facendo così scaturire nuovi effetti sulla narrazione.

L’esplorazione resta il fulcro di Andromeda e ci porterà a creare in primis degli avamposti nei nuovi pianeti per così poter facilitare la colonizzazione del nuovo mondo anche attraverso una rete di rapporti di amicizia con le razze autoctone che si trovano già su un determinato mondo. 

Ogni quest o sub quest che porteremo a termine ci aiuterà a rendere più vivibile un pianeta e a guadagnare punti utili anche per risvegliare alcune delle ventimila persone ancora in criostasi sul Nexus, persone che potrebbero a loro volta aiutarci in nuove missioni su nuovi pianeti.

Quindi meno pianeti da esplorare però un quantitativo maggiore di missioni da portare a termine muovendoci a piedi o a bordo del Nomad (molto simile al Mako del primo Mass Effect), il nostro mezzo utile per andare in giro sulla superficie dei pianeti sui quali abbiamo scelto di atterrare.

Le mappe delle location sono abbastanza grandi e ben curate e se avremo la pazienza di esplorarle tutte, e di portare a termine tutte le quest, di sicuro non ci pentiremo della scelta fatta anche se alla lunga potrebbe risultare noioso, ad esempio, stare lì a trovare minerali sotto il costante attacco dei nemici.

Siamo comunque di fronte ad un RPG

Mass Effect: Andromeda resta comunque un RPG e la crescita del nostro personaggio passa attraverso una scelta di 36 diverse abilità, ognuna da potenziare a nostra totale scelta in modo da rendere più agevole e meno preconfezionato lo sviluppo del protagonista. Niente sistema di classi quindi ma nuovi modus operandi per un gioco di ruolo comunque fortemente votato all’action. Alcuni profili si sbloccheranno in base a come decidiamo di utilizzare i nostri punti abilità e anche i membri che compongono il nostro equipaggio cresceranno gradualmente, a seconda di come noi decidiamo di farli evolvere e di quali abilità decidiamo di potenziare, di volta in volta, quando abbiamo punti da spendere.

I dialoghi multipli sono un’altra delle caratteristiche precipue di questo gioco. Sta a noi scegliere cosa dire anche se questa volta non ci sarà nessuna contropartita morale a quanto diciamo perché le conversazioni non influenzeranno la nostra storia di Eroe o Rinnegato (come succedeva nei capitoli precedenti).

Lo scanner, che risulterà essere molto utile per risolvere alcune quest, purtroppo è una buona trovata ma anche un tallone d’Achille, visto che dovremo attivarlo ogni volta che lo riterremo opportuno rendendo il suo utilizzo poco immediato e forse troppo ripetitivo.

Il nostro equipaggiamento potrà essere creato attraverso il crafting materiali e progetti che raccoglieremo magari proprio grazie al suddetto dispositivo, rendendo il tutto troppo semplice e veloce. Gran parte delle corazze e delle armi potremo costruirle noi stessi o acquistarle dai vari rivenditori che incontreremo sul nostro cammino; ne risente un minimo la soddisfazione di trovarle o di strapparle ad un nemico dopo una dura battaglia come succedeva nei precedenti Mass Effect.

I sottotitoli, per dimensioni e posizionamento, purtroppo rappresentano un vero tasto dolente della produzione di BioWare. All’inizio non sarà facile seguire l’evoluzione della storia ma alla lunga, per fortuna, ci si farà l’abitudine, pur con qualche fastidio che permane soprattutto quando i colori dello sfondo si sovrappongono a quelli della scritta.

Infine, visto che abbiamo testato ME Andromeda su PS4 Pro, va detto che, a differenza di titolo usciti da poco come Horizon: Zero Dawn, questa volta non saremo chiamati a scegliere nessuna configurazione visto che il titolo BioWare in questo caso fa tutto da solo. Possiamo solo aggiungere che, pur girando a 30 frame al secondo su entrambe le piattaforme di casa Sony, sulla PRO si nota una maggiore stabilità, texture migliori e un’illuminazione ottima.

In sintesi:

Mass Effect Andromeda è un gioco enorme, forse non quello che stavamo aspettando ma sicuramente emozionante e ricco di sfaccettature. Le ore di gioco saranno tante e, pur se qualche momento di stasi non mancherà così come qualche momento di noia dovuto da sub quest a volte ripetitive, la storia resta coinvolgente e i suoi personaggi tanti e interessanti. Siamo di fronte ad un nuovo inizio che ci fa ben sperare per il prosieguo di una saga che da anni appassiona migliaia di fan. E’ sicuramente arrivato il momento di dire addio al Comandante Shepard, al suo equipaggio e alla Normandy per iniziare una nuova avventura che non ci deluderà.

Il team BioWare ha accettato l’azzardo e alla fine il risultato e più che soddisfacente. Molte cose si potranno migliorare. Ad altre faremo l’abitudine. Ma Mass Effect sa ancora come emozionarci e viaggiare nello spazio risulterà nuovamente essere una fantastica avventura.

Pregi:

  • Ottima longevità.
  • Grande varietà di quest e sub quest.
  • Storyline intrigante.
  • Combat System veloce e innovativo.

Difetti:

  • Animazioni facciali scadenti
  • Una certa ripetitività delle missioni secondarie

VALUTAZIONE COMPLESSIVA: 8.5

TRAMA 8,5/10

GAMEPLAY 8/10

COMPARTO TECNICO 7/10

LATO ARTISTICO 8,5/10

La recensione di Mass Effect: Andromeda è stata scritta e curata da Syrian2 per GameStorm.it, pubblicata il 07-04-2017

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